Il Trieste Indo-Mediterranean Business Forum, organizzato dalla Trieste Summit Association, riunisce rappresentanti del governo italiano, istituzioni europee e stakeholder internazionali del mondo portuale e industriale per discutere il ruolo dell’Indo-Mediterraneo nelle nuove catene globali del valore. Con la media partnership di Formiche e Decode39, l’evento conferma la centralità di Trieste come snodo strategico nei futuri sviluppi del corridoio Imec e nelle convergenze tra Piano Mattei, Global Gateway ed EU–India FTA
Quando, durante la recente missione in Bahrein per il vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Gcc), la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha proposto l’idea di lavorare per un summit “Gcc-Med” da ospitare in Italia, l’obiettivo è stato subito chiaro: creare un “nuovo e ambizioso” formato di dialogo tra le Nazioni del Golfo e del Mediterraneo.
“Il nostro obiettivo deve essere quello di costruire una piattaforma operativa comune che si concentri sulle sfide in cui possiamo fare la differenza insieme”, ha detto Meloni. E se è vero che la prima di queste sfide sta nello sviluppo delle interconnessioni economiche – che Meloni definisce “sempre più decisive nel panorama economico globalizzato e fortemente innovativo che stiamo vivendo” – allora è altrettanto vero che Imec ha un ruolo cruciale in queste dinamiche.
Il Corridoio India-Medio Oriente-Europa – il progetto infrastrutturale ed economico per collegare le principali città portuali di quello che viene definito ormai strutturalmente “Indo-Mediterraneo” – è “un’iniziativa che consentirebbe alle nostre economie e alle nostre imprese di liberare un enorme potenziale, e in cui l’Italia intende giocare un ruolo di primo piano”, ha dichiarato Meloni. E la premier ha aggiunto chiaramente, parlando a Manama davanti alla platea dei più vivaci Paesi indo-mediterranei, che l’Italia può contare “su un hub cruciale come Trieste, il porto più settentrionale del Mediterraneo e storica porta marittima verso i Balcani e il resto dell’Europa centrale e orientale”.
Ed è qui, nel capoluogo giuliano, che in questi giorni si svolge l’Indo-Mediterranean Business Forum, la prima conferenza internazionale che si occupa di Indo-Mediterraneo, regione di mondo cruciale per collegare il Mare Nostrum all’Oriente, all’Indo-Pacifico, e di cui Imec è vettore e in qualche modo motore. Organizzato dalla Trieste Summit Association, l’iniziativa — di cui Formiche e Decode39 sono media partner — riunisce ministri, viceministri, manager, rappresentanti del mondo portuale e figure chiave dei progetti di cooperazione euro-asiatica, consolidando Trieste come uno dei principali punti di riferimento europei per discutere di Imec e della crescente integrazione con India e Golfo.
A rappresentare il governo italiano partecipano Luca Ciriani, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Edoardo Rixi e la viceministra dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Vannia Gava, entrambi presenti alle sessioni inaugurali del Forum. Filip Radulović, ministro dei Trasporti e degli Affari Marittimi del Montenegro, Denisa Žiláková, viceministra delle Infrastrutture e dei Trasporti della Slovacchia e altre figure istituzionali da Croazia, Ungheria, Serbia, Polonia.
I temi sul tavolo sono vasti, e vanno dalla convergenza tra Imec, Piano Mattei e Global Gateway, all’EU–India FTA, fino all’analisi più tecnica sulle rotte commerciali del Mediterraneo (con focus sull’Adriatico), la connettività che sta creando la Three Seas Initiative, il cui collegamento con Imec potrebbe essere trai i grandi vantaggi che l’Italia – via Trieste – può offrire.
La composizione istituzionale locale, nazionale e internazionale evidenzia come il dialogo sull’Indo-Mediterraneo si stia allargando oltre la dimensione mediterranea tradizionale, coinvolgendo stabilmente l’Europa centro-orientale e l’area balcanica, tanto quanto l’India. La crescente attenzione dei governi regionali e nazionali si intreccia con l’interesse del mondo imprenditoriale, presente in forze al Forum: dalle authority portuali di Trieste, Koper e Rijeka ai manager di grandi gruppi industriali come Fincantieri, Cosulich, Technital, Sparkle, ICOP, fino alle aziende provenienti da Israele, Turchia, India, Marocco e Paesi del Golfo. Un mosaico di attori che riflette la dimensione geoeconomica sempre più multilaterale del corridoio Indo-Mediterraneo.
Per Francesco Parisi, presidente della storica casa di spedizioni che porta il suo nome e della Trieste Summit Association, il Forum conferma la progressiva centralità del porto giuliano nel nuovo schema delle connessioni globali. “Trieste, come porto più settentrionale del Mediterraneo e già oggi meglio collegato di ogni altro porto al Centro-Est Europa, conferma la propria candidatura a Gateway Europeo di Imec”, spiega il presidente del Trieste Summit.
Da qui, una visione importante: la concorrenza di altri scali non è un ostacolo, ma un indice della vitalità del progetto. “È assolutamente normale che ci siano concorrenti, questo dimostra che il corridoio è visto come un potenziale importante generatore di attività non solo da noi. Ed è chiaro che ci saranno più capolinea, perché nessuno andrà a Madrid da Trieste come nessuno andrà a Budapest da Marsiglia, e, conoscendo come operano le linee marittime, ogni capolinea avrà ricadute importanti in un ampio bacino che comprenderà una pluralità di porti”.
Il Forum rappresenta anche un segnale politico-economico che supera la dimensione strettamente logistica: “C’è una crescita di consapevolezza della potenziale importanza dei traffici indo-mediterranei per il nostro territorio, anche in termini di attività ad elevato valore aggiunto; gli ospiti dall’estero comprendono che noi imprenditori della regione siamo convinti e pronti a lavorare sodo; e gli esponenti del Governo confermano il proprio impegno per Imec e per Trieste”.
















