“I flussi di politica economica dalla sicurezza nazionale. I Paesi che guidano nell’AI e nella tecnologia avranno l’economia più grande e l’esercito più forte”, spiega il sottosegretario Usa Helberg, raccontando la Pax Silica e il ruolo centrale degli alleati dell’Indo-Pacifico
Alle quattro del mattino di martedì, Formiche.net ha avuto l’opportunità di partecipare a una virtual press conference ristretta con il sottosegretario di Stato per gli Affari economici degli Stati Uniti, Jacob Helberg. L’occasione è stata la presentazione della Pax Silica Initiative, una delle iniziative più significative dell’amministrazione Trump per la riorganizzazione delle catene del valore tecnologiche globali.
In poche parole, Helberg ha delineato la Pax Silica come un’architettura strategica in cui gli Stati Uniti stanno riorientando i propri alleati dell’Indo-Pacifico attorno a infrastrutture essenziali per l’era dell’intelligenza artificiale. Compute, silicio, minerali critici ed energia sono considerati i nuovi asset strategici, paragonabili a petrolio e acciaio nel secolo scorso.
Il cuore di questa iniziativa risiede nell’Asia-Pacifico: Giappone, Corea del Sud, Singapore e Australia sono pilastri indispensabili della manifattura avanzata e delle risorse minerarie necessarie. Al summit inaugurale del 12 dicembre, Helberg ha riunito questi partner insieme ad altri attori europei e mediorientali, puntando a costruire una supply chain resiliente e a ridurre dipendenze coercitive.
Tutto questo è emerso chiaramente nel media briefing con il sottosegretario Helberg, che ha sottolineato come la Pax Silica sia un tassello chiave della National Security Strategy pubblicata a inizio dicembre. In questa strategia, la sicurezza economica è considerata cruciale e strettamente legata al controllo della value chain dell’intelligenza artificiale. Helberg stesso ha ribadito che, secondo la visione americana, dominare questa filiera significa garantire la sicurezza economica degli Usa in un’ottica America First, condividendo azioni con i Paesi alleati per raggiungere questo obiettivo.
Helberg ha descritto la Pax Silica come un punto di svolta storico. “Questa è la prima volta che i paesi si organizzano intorno al calcolo, alla silice, ai minerali e all’energia come risor a strategica condivisa”, ha detto, definendolo un momento di spartiacque che si svolge in mezzo alla “più grande riorganizzazione dell’economia globale probabilmente dall’invenzione dell’elettricità”. L’obiettivo, ha sottolineato, è “assicurarsi che l’America e i suoi partner costruiscano i binari del 21° secolo”, aggiungendo che “se il XX secolo ha funzionato su petrolio e acciaio, il 21° secolo sarà su calcolo e minerali, e quindi stiamo allineando le nostre catene di approvvigionamento di conseguenza”.
Questa logica si estende alla più ampia competizione strategica. “La nostra strategia è quella di creare un vantaggio competitivo così ripido, così insormontabile che nessun avversario o concorrente può scalarlo”, ha detto Helberg. “Ecco perché il nostro obiettivo è rendere l’America l’arsenale dell’IA in questo secolo”. Ha collegato Pax Silica a una massiccia mobilitazione industriale – centinaia di miliardi di dollari in investimenti, la più grande costruzione industriale degli Stati Uniti in più di 150 anni – e a un nuovo consenso che sostituisce il vecchio consenso di Washington: “I flussi di politica economica dalla sicurezza nazionale. I Paesi che guidano nell’AI e nella tecnologia avranno l’economia più grande e l’esercito più forte”.
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