Al via a Roma gli Stati generali del Quantum con la media partnership di Formiche. Emerge con sempre maggiore forza la necessità di un coordinamento nazionale, con un Polo Quantum capace di integrare gli sforzi di accademia, industria e Stato. Al centro della strategia il capitale umano, l’ecosistema scientifico e la protezione delle infrastrutture critiche, mentre la prospettiva internazionale rafforza la dimensione geopolitica e tecnologica della scelta italiana
Gli Stati generali del Quantum hanno riunito a Roma rappresentanti delle istituzioni, del mondo della ricerca e dell’industria per fare il punto sulla Strategia nazionale per le tecnologie quantistiche e sulle sue implicazioni per sicurezza, innovazione e competitività. L’iniziativa, promossa dal Dipartimento per la Trasformazione digitale presso la presidenza del Consiglio e di cui Formiche è media partner, ha posto al centro il ruolo del quantum come infrastruttura trasversale per il Paese. Moderati da Flavia Giacobbe, direttore di Formiche e Airpress, gli interventi istituzionali hanno fatto emergere la necessità per il Paese di non disperdere gli investimenti e di concentrare gli sforzi in ottica sistemica. Da qui l’appello per la creazione di un Polo nazionale per le tecnologie quantistiche.
Sicurezza nazionale e competizione strategica
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha chiarito che il quantum non può più essere considerato un ambito confinato alla ricerca avanzata, ma rappresenta già oggi “una leva specifica di sicurezza nazionale”, perché incide “sulla protezione delle informazioni, sulla resilienza delle infrastrutture critiche, sulla capacità di deterrenza e, in ultima analisi, sulla sovranità tecnologica di una nazione”.
“Quando un attore acquisisce capacità quantistiche mature – ha spiegato – non solo cambia il mondo in cui protegge i propri sistemi e il modo in cui può mettere a rischio quelli altrui, ma anche il proprio vantaggio competitivo in tutti i settori a più alto contenuto tecnologico”. In questo quadro, il rischio post-quantum e la vulnerabilità degli attuali sistemi crittografici impongono scelte rapide.
In questo contesto, Crosetto ha indicato quattro ambiti chiave – calcolo, sensing, simulazione e comunicazione – nei quali il quantum è destinato a produrre effetti immediati. Il computing quantistico, in particolare, introduce una nuova forma di superiorità computazionale, mentre il sensing consente capacità di misurazione e rilevamento senza precedenti.
Crosetto ha quindi rilanciato l’idea di un Polo Nazionale Quantistico come infrastruttura unificante, capace di mettere insieme ricerca, industria e istituzioni. “Siamo troppo piccoli per permetterci compartimenti stagni e troppo piccoli per non mettere in sinergia tutte le nostre risorse”, ha osservato.
Il modello indicato dal ministro è la Darpa statunitense, divisione del Dipartimento della Difesa in cui le tecnologie vengono ideate, testate e prototipate in modo rapido. “Questo dovrebbe essere il ruolo di un Polo Nazionale Quantum: evitare dispersioni e trasformare conoscenza e tecnologia in sicurezza concreta”, ha spiegato.
Governance e coordinamento nazionale
Accanto al profilo della sicurezza, è emersa con forza l’esigenza di una governance pubblica capace di evitare le frammentazioni. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica nonché organizzatore degli Stati generali, Alessio Butti, ha ribadito che “il Quantum non è più una semplice promessa scientifica né una nicchia, ma una leva strategica che determinerà velocemente la competitività economica, la sicurezza nazionale e la capacità di innovazione dei singoli Paesi”.
Butti ha insistito sulla natura trasversale di queste tecnologie, chiarendo che “il quantum non è un settore verticale ma un’infrastruttura che tocca ambiti nevralgici come la difesa, la sanità e l’industria, mettendo in gioco la competitività dell’intero sistema”. Da qui il ruolo dello Stato, chiamato a creare le condizioni per uno sviluppo ordinato e coordinato. “Non intendiamo sostituirci al mondo della ricerca o all’università, ma preparare le condizioni e le opportunità affinché lo sviluppo di questa tecnologia in Italia sia celere e coordinato”.
Ricerca e capitale umano
Sul versante della ricerca e dell’università, la ministra dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini ha insistito sulla necessità di leggere il quantum come parte integrante della storia scientifica italiana e come leva per rafforzare la competitività del Paese. “Il quantum nasce dalla grande storia scientifica dell’Italia”, ha ricordato, sottolineando come, a differenza di altri ambiti – come l’IA –, l’Italia abbia radici profonde e riconosciute a livello internazionale nell’ambito quantistico.
Bernini ha inoltre sottolineato il binomio tra capitale umano e capitale tecnologico, “due gemelli inscindibili che devono sempre stare molto vicini”. In questa prospettiva si collocano gli investimenti in infrastrutture di supercalcolo e tecnologie quantistiche, che hanno consentito di rafforzare l’Hpc nazionale e di avviare progetti come Partenope e Colossus. “Il quantum si sviluppa in maniera orizzontale, non solo producendo infrastrutture, ma collaborando con l’intelligenza artificiale”.
Un altro asse centrale è quello dell’ecosistema. Per Bernini, il quantum impone un approccio non frammentato e fortemente interdisciplinare. La competitività, ha aggiunto, passa dalla capacità di creare “una massa critica” e di favorire la contaminazione tra discipline, dalla fisica al diritto, dall’ingegneria all’etica. In questo quadro rientra anche il tema della sicurezza delle comunicazioni e dei dati. “Non esiste ricerca libera senza sicurezza: la ricerca può essere libera solo se sicura, e non c’è sicurezza senza difesa”, ha sottolineato il ministro, collegando il rafforzamento dell’ecosistema scientifico alla protezione delle infrastrutture e delle informazioni sensibili.
La dimensione internazionale
La prospettiva internazionale è stata richiamata anche nel messaggio inviato dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha definito gli Stati generali “un appuntamento molto importante che testimonia la visione strategica del Governo rispetto a un tema cruciale per il futuro tecnologico, per la sicurezza e la crescita del nostro Paese”. Nel suo messaggio il ministro ha inoltre annunciato l’avvio di una nuova direzione generale alla Farnesina dedicata proprio alle questioni cibernetiche, all’informatica e all’innovazione tecnologica, con l’obiettivo di “essere al passo con le esigenze dell’era digitale”.
















