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Cosa sappiamo del progetto di mini-difesa comune tra Israele, Grecia e Cipro

Tra Creta e Cipro sono in gioco interessi geopolitici di lungo e lunghissimo periodo, per via dei copiosi giacimenti di gas già scoperti e di quelli su cui le maggiori società del pianeta stanno investigando. Un’alleanza, dunque, che è a tutto tondo e che si intreccia anche con le dinamiche presenti in Siria e in Libia, dove la Turchia intende continuare a dare le carte

La prossima settimana il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis e il presidente cipriota Nikos Christodoulides saranno ricevuti in Israele dal primo ministro Benjamin Netanyahu per parlare di difesa comune. Numerosi sono già stati gli incontri nelle ultime settimane tra i ministri dei tre Paesi, per un tema altamente strategico e che tocca tutti gli interessi (diretti e indiretti) che gravitano attorno al dossier energetico. Israele, Grecia e Cipro stanno valutando la creazione di una forza di risposta rapida congiunta di 2.500 uomini con unità aeree, navali e terrestri. L’obiettivo è quello di scoraggiare eventuali azioni della Turchia, proteggere le infrastrutture energetiche e approfondire i legami strategici in un contesto di crescenti tensioni regionali.

Il progetto di Difesa

La forza non sarà un’unità permanente, ma potrà essere schierata rapidamente in caso di crisi, via terra, via mare o via aria. Capofila del progetto è il Dipartimento per le relazioni estere dell’IDF e della Marina israeliana, coordinato attraverso canali interservizi e governativi.

Pochi giorni fa il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha incontrato il suo omologo cipriota per ragionare tecnicamente sulla super unità sempre pronta all’intervento, composta da 1.000 soldati provenienti da Grecia e Israele e 500 da Cipro. Il tutto prevede anche la compresenza nel Mediterraneo di una fregata e di un sottomarino della marina ellenica, e di una corvetta e di un sottomarino israeliano che procederanno a pattugliamenti congiunti e permanenti.

Tra l’altro l’isola posta al’estremo oriente del Mare Nostrum, membro dell’Ue, alla luce della sua peculiare posizione geografica, ha già iniziato a lavorare su una nuova fase dedicata alla difesa, con l’annuncio della costruzione di una base per sottomarini nucleari: sarebbe la seconda base simile nella medesima area dopo quella di Souda Bay a Creta. Ovvero un punto di riferimento significativo anche per la Nato.

La Grecia invece nelle ultime settimane ha deciso per un’accelerazione verso il sistema missilistico israeliano Spike NLOS, noto come “Long Lance”, ormai verso l’integrazione operativa nell’esercito ellenico e la Marina greca ha ricevuto la prima fregata di classe Belharra/FDI HN, la F-601 “Kimon”, dai cantieri navali francesi del Naval Group. La cerimonia si è svolta alla presenza del ministro della Difesa Nikos Dendias. Un’alleanza, dunque, quella fra Israele, Cipro e Grecia che è a tutto tondo e che si intreccia anche con le dinamiche presenti in Siria e in Libia, dove la Turchia intende continuare a dare le carte.

L’intreccio con l’energia

Perché i tre Paesi avvertono questa esigenza? La risposta si trova alla voce energia. Tra Creta e Cipro sono in gioco interessi geopolitici di lungo e lunghissimo periodo, per via dei copiosi giacimenti di gas già scoperti e di quelli su cui le maggiori società del pianeta stanno investigando. Il tema è strettamente connesso alla mancata costruzione del gasdotto EastMed, che avrebbe dovuto collegare Israele all’Italia (tramite Cipro e Grecia) portando il gas in Europa così come accaduto, da altre latitudini, con il Tap.

Una rivoluzione a tutti gli effetti, a maggior ragione se connessa alla decisione europea di divincolarsi completamente dalle forniture russe. Poi le controversie esistenti tra Grecia e Turchia, i costi molto elevati e lo scoppio della guerra a Gaza, hanno portato per le lunghe discussioni che, in seguito, si sono arenate. Ma dopo il piano Trump per Gaza e la possibile risoluzione della crisi, ecco che la questione è tornata con prepotenza nel cono di interesse dei Paesi coinvolti.


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