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Perché il trilaterale Israele-Cipro-Grecia si traduce con Imec

Dagli accordi di Gaza in poi qualcosa è cambiato, anche perché le continue frizioni tra Erdogan e Netanyahu non rappresentano un elemento di stabilità, anzi, si sommano alla posizione dell’Iran che vede Israele come principale competitor. Teheran vede quel partenariato, che ha iniziato a prendere forma alla fine degli anni 2000 dopo il brusco deterioramento delle relazioni tra Israele e la Turchia, come una nuova forma di cooperazione strategica con Gerusalemme capofila. Grecia e Cipro, oggi, sono diventate partner naturali di Israele (con la benedizione americana).

Iran e Turchia si stanno interrogando su come potrebbe cambiare lo scenario nel Mediterraneo allargato, e non solo alla voce energia. Israele, Cipro e Grecia stanno rafforzando le proprie relazioni (già ampiamente rodate) e da Gerusalemme Nikos Christodoulides, Benjamin Netanyahu e Kyriakos Mitsotakis hanno ribadito la loro volontà di mantenere una cooperazione politica tripartita al massimo livello possibile, fondata essenzialmemte sulla difesa e sull’appoggio al corridoio Imec. Il vertice si è svolto pochi giorni dopo le minacce di Ankara i cui F-16 hanno sconfinato sul Mar Egeo, la prima volta dopo tre anni di pax diplomatica fra Atene e Ankara. Il turbolento rapporto fra Erdogan e Netanyahu rappresenta un altro elmento di assoluta criticità nell’intera macro regione.

Tra violazioni e progettualità Imec

Deciso è stato il messaggio del premier israeliano: “A coloro che credono di poter ripristinare il loro impero, diciamo che questo non accadrà”. Il riferimento è alle sette violazioni dello spazio aereo ellenico da parte di aerei da combattimento turchi. La coalizione trilaterale, ha aggiunto, “non cerca il conflitto con nessuno, ma piuttosto la stabilità”. Si tratta, nei fatti, di una sorta di coalizione 3+1, dal momento che ai tre Paesi si sommano gli Usa: tra qualche giorno infatti Netanyahu sarà ricevuto a Mar a Lago da Donald Trump, per fare il punto sul caso Gaza, sui rapporti con la Turchia, sul ruolo di Washington nel Mediterraneo orientale, sul programma di caccia di quinta generazione F-35. Inoltre da Gerusalemme i leader della Repubblica di Cipro, di Israele e della Grecia hanno ribadito il loro sostegno al corridoio India-Medio Oriente-Europa, che la Turchia considera un progetto ostile: un passaggio nevralgico, perché l’infrastruttura logistica e digitale alternativa alla Via della Seta cinese vede in primo piano proprio l’Italia, in particolare con il porto di Trieste, che rappresenta la porta di ingresso nel Mediterraneo, così come dieci anni fa il porto greco del Pireo lo è stato per la Cina dopo essere stato privatizzato dal colosso cinese Cosco China.

Difesa e energia

I tre neo-alleati inoltre hanno sviluppato una particolare alleanza alla voce difesa, che rappresenta anticamera ai nuovi accordi sull’energia che, dal piano Gaza in poi, andranno ricalibrati. La nuova forza interoperativa, di cui su queste colonne è stata già data notizia, sarà elemento di stabilità e sicurezza per le future progettualità legate ai gasdotti. A largo dei tre Paesi infatti sono in corso indagini da parte delle maggiori compagnie energetiche mondiali e il rischio che quel lavoro possa essere messo in pericolo da incidenti (o ritorsioni) non è un rischio che può essere corso. Per questa ragione la velocità di risposta della nuova task force militare cipriota, israeliana e greca rappresenta una novità assoluta a queste latitudini.

La reazione turca

Il governo di Ankara ha manifestato il proprio disappunto per la cooperazione tra Atene, Nicosia e Israele, oltre che per l’installazione di armi israeliane sulle isole dell’Egeo. Di fatto una rottura rispetto al trend seguito negli ultimi tre anni, quando il premier greco Mitsotakis e il presidente turco Erdogan avevano avviato una fase distensiva nelle loro relazioni diplomatiche, accanto ad una forma di incontri basata su interessi comuni e slegata dai dossier maggiormente divisivi, come la questione di Cipro, l’energia e la difesa. Ma dagli accordi di Gaza in poi qualcosa è cambiato, anche perché le continue frizioni tra Erdogan e Netanyahu non rappresentano un elemento di stabilità, anzi, si sommano alla posizione dell’Iran che vede Israele come principale competitor. Teheran vede quel partenariato, che ha iniziato a prendere forma alla fine degli anni 2000 dopo il brusco deterioramento delle relazioni tra Israele e la Turchia, come una nuova forma di cooperazione strategica con Gerusalemme capofila. Grecia e Cipro, oggi, sono diventate partner naturali di Israele (con la benedizione americana). Il tutto senza dimenticare i riverberi energetici del piano Witkoff. 


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