Da un lato, con la creazione di una joint venture americana, Washington viene rassicurata sulle sue preoccupazioni legate alla sicurezza. Dall’altro, Pechino manterrà un controllo. Non tanto stretto come vorrebbero i suoi falchi
Di solito la chiusura di una trattativa dovrebbe essere un momento di felicità per tutte le parti. Specie se la negoziazione è andata avanti per mesi. Eppure, di fronte all’accordo tra Stati Uniti e Cina su TikTok c’è chi storce il muso. Sono i falchi del governo di Pechino, per nulla contenti di come si sia conclusa l’intera vicenda.
Le preoccupazioni degli americani legate alla sicurezza sembrano essersi risolte. ByteDance, la società madre del social video, dovrà vendere le proprie attività a un consorzio di aziende americane che si occuperà della protezione dei dati, della gestione dell’algoritmo, della moderazione dei contenuti pubblicati sulla piattaforma e della garanzia su software statunitensi. Oracle, Silver Lake e l’emiratina Mgx deterranno il 45% della nuova società (chiamata TikTok Usds Joint Venture Llc), un altro 30% verrà dato a investitori di ByteDance – ma non si sa ancora chi siano – mentre quest’ultima manterrà il 20%. A raccontarlo è Axios, secondo cui tutto potrebbe essere reso pubblico entro il prossimo 22 gennaio.
La questione dell’algoritmo, e quindi della sicurezza nazionale, era dirimente. Il problema era piuttosto palese: se avesse venduto TikTok con lo stesso algoritmo, ByteDance avrebbe potuto infiltrarsi nuovamente nel nuovo social. L’interferenza del governo cinese nella vita degli americani, una possibilità che preoccupava la Casa Bianca, sarebbe potuta rimanere. Adesso, come affermato dal ceo di TikTok Shou Chew, sarà la joint venture a “riaddestrare l’algoritmo per garantire che il feed dei contenuti sia esente da manipolazioni esterne”. Ed è questo che non va giù ai più critici vicini al governo cinese.
Nel momento in cui da Pechino qualcuno provasse di nuovo a intromettersi all’interno della piattaforma, la joint venture americana sarebbe in grado di accorgersene e intervenire. Ad esempio, potrebbe azzerare di nuovo l’algoritmo e ricrearlo da capo. Questo da un lato offre agli Usa la sicurezza di cui erano in cerca. Dall’altro però pone un problema strutturale: nel momento in cui si deve ricostruire l’algoritmo, è come se l’app rimanesse ferma. Il che ha ovvie ripercussioni sull’interazione degli utenti con il social network.
Tuttavia, sottolineava qualche giorno fa il Financial Times, il controllo cinese rimarrà che le entità statuntiensi di ByteDance continueranno a gestire le principali linee di business in America, come e-commerce, advertising e marketing. Lo ha chiarito Chew ai suoi dipendenti. Niente che possa soddisfare i più intransigenti nei confronti di Washington.
















