Il Consiglio dei ministri del 22 dicembre ha approvato un disegno di legge di delega al governo in materia di politiche per i giovani e servizio civile universale. Il buon auspicio
Nella riunione del Consiglio dei ministri del 22 dicembre 2025 è stato approvato un disegno di legge di delega al governo in materia di politiche per i giovani e servizio civile universale.
Delle due in cui si articola il provvedimento, qui interessa mettere in evidenza la direttrice relativa al riordino e al coordinamento delle politiche nazionali per i giovani, pur senza trascurare l’importanza dell’altra invece concernente la revisione della normativa in materia di servizio civile universale.
In proposito, è da tener presente il quadro di riferimento della Strategia dell’Ue per la gioventù, che il Governo italiano punta ad attuare anche tramite questo intervento di semplificazione e riordino delle disposizioni vigenti. Per il periodo 2019 – 2027, si concentra su tre settori di intervento, che si possono riassumere nei seguenti verbi: mobilitare, collegare, responsabilizzare. Il fine ultimo è la promozione della partecipazione dei giovani alla vita democratica. In particolare, a livello europeo, sono stati individuati 11 obiettivi: collegare l’Ue e i giovani; parità di genere; società inclusive; informazione e dialogo costruttivo; salute mentale e benessere; sostegno ai giovani delle aree rurali; lavori di qualità per tutti; apprendimento di qualità; spazio e partecipazione per tutti; Europa verde sostenibile; organizzazioni giovanili e programmi europei.
Può rivelarsi altrettanto utile la lettura del dossier predisposto dal Servizio Studi della Camera dei Deputati che, consultabile liberamente online, fornisce una ricognizione (al momento della pubblicazione, 2024) delle principali politiche pubbliche italiane dedicate all’universo giovanile, mettendo in rilievo come queste, se correttamente intese (adottate e gestite, in molti casi all’interno di una cornice di governance multilivello), assumano un “carattere strutturale e pervasivo”.
Come messo in evidenza dal ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, l’elemento qualificante della legge delega in esame, che ha quale target principale (secondo la definizione europea di “giovani”) i cittadini di età compresa tra i 14 e i 35 anni, “non è solo rappresentato dalla semplificazione e il riordino normativo, ma anche e soprattutto dall’aver istituzionalizzato per la prima volta il coordinamento tra tutti gli attori di governo che, nell’ambito delle specifiche competenze e deleghe, sono coinvolti in materia di politiche giovanili (…) dando vita a un nuovo modello integrato che consentirà di stabilire un rapporto molto più proficuo e costante tra Governo e giovani generazioni, coordinando e ottimizzando politiche e strumenti, dei quali sarà sempre più importante valutare l’impatto” sociale, ambientale ed economico (sulle giovani generazioni e su quelle che verranno) – di recente è stata introdotta la valutazione di impatto generazionale (VIG), strumento strategico per monitorare la promozione dell’equità intergenerazionale tra generazioni future nella produzione normativa.
Inoltre, tra le azioni previste, degna di nota è l’istituzione, presso il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei ministri, dell’Osservatorio permanente per le politiche per i giovani, quale sede di confronto e raccordo politico-strategico e funzionale tra le amministrazioni pubbliche interessate e l’organo consultivo cui è demandata la rappresentanza dei giovani (Consiglio Nazionale dei Giovani), che avrà a titolo esemplicativo il compito di individuare (tramite un documento programmatico, parte integrante della “strategia nazionale per la gioventù”) le priorità strategiche, gli obiettivi e le linee di intervento condivise tra Stato ed enti territoriali. È presumibile ritenere che, nei suoi lavori, troveranno spazio anche le indicazioni emerse durante l’Anno europeo dei giovani (2022) così come i “suggerimenti” contenuti nel documento “I Giovani e la Regione del futuro. Riflessioni, prospettive, opportunità” elaborato (2025) dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Parimenti, buone prassi saranno messe a disposizione dal Premio “Città Italiana dei Giovani” – sono aperte le candidature per l’edizione 2026 – promosso dal Consiglio Nazionale dei Giovani in collaborazione con il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con l’Agenzia Italiana per la Gioventù, con il supporto della Consulta di Anci Giovani.
Dunque, sarà interessante seguire, nei prossimi sei mesi, l’esercizio della delega da parte del governo. Per il momento, pure ai fini dell’analisi dell’agenda politica, si possono richiamare alcuni passaggi degli orientamenti programmatici del governo Berlusconi IV (2008 -2011) in materia di politiche giovanili, di cui l’attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, era il ministro competente : “(…) nel passaggio da Ministero delle politiche giovanili a Ministero della gioventù ho voluto non solamente uniformare la dicitura a quella più comunemente utilizzata in Europa, ma anche superare un’impostazione culturale che non mi è propria: personalmente non credo nelle politiche di genere, non credo nelle politiche femminili o giovanili. Credo che le azioni portate avanti dai Governi debbano avere come obiettivo quello di immaginare risultati per l’intera comunità nazionale (…) Quando ci rivolgiamo specificamente alle giovani generazioni, facciamo qualcosa che è utile per la Nazione e che deve esserlo per la comunità nazionale nel suo complesso. Credo che la sfida debba essere questa: immaginare sintesi politiche capaci di fornire ai giovani risposte che abbiano un valore anche per il resto della società, e viceversa. Ciò vuol dire anche immaginare un protagonismo delle giovani generazioni, fare in modo che i nostri ragazzi possano misurarsi direttamente”.
Insomma, è di buon auspicio sapere che alla guida dell’Esecutivo c’è oggi una personalità politica che ha sperimentato in prima persona l’ampiezza della portata delle competenze del ministero ora affidato a Andrea Abodi, soprattutto la “continua interazione” che essa comporta tra i titolari di più Dicasteri e attraverso la quale questi ultimi possono – utilizzando sempre le parole dell’On. Meloni – “in qualche maniera vedere proiettato nel futuro il risultato della propria azione”.
















