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Fini con Casini: “I moderati siamo noi”

Che si chiami “Partito della Nazione” o in un altro modo poco importa. In una lunga intervista a Repubblica, il presidente della Camera Gianfranco Fini afferma: “Lasciamo perdere i nomi. Diciamo che in me e Casini c´è una comune consapevolezza di lavorare per dare una risposta a questi elettori che non sono di sinistra e non vogliono più votare per un Berlusconi o per un Alfano che continua a parlare di abolire l´Imu e imposta l´ennesima campagna da libro dei sogni”. Secondo Fini, quella del Pdl è la versione più soft della stessa antipolitica che nutre il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo.
 
“Quella che – attacca – ha bisogno di nemici, che vive più di anatemi che di strategie. Il filo conduttore di quest´area populista e demagogica è proprio la ricerca costante del nemico.
Posso essere io o la Merkel, i banchieri, l´euro, le tasse, lo Stato, gli immigrati”. Del resto, riflette Fini, “gli attacchi così violenti e continuativi” contro di lui da parte dei giornali vicini al Cavaliere dimostrano che “per Berlusconi rappresento ancora un ostacolo”.
 
L´area su cui puntare, riferisce il presidente della Camera invece, non si esaurisce con Fli e l´Udc ma, anzi, spiega, “commetteremmo un errore madornale affrontando questa sfida in esclusiva o con il protagonismo dei nostri rispettivi partiti”. “Qua – aggiunge – si tratta di chiamare all´appello i tanti italiani che non sono animati dal sacro furore contro la politica e che si vogliono impegnare in prima persona per fare uscire il proprio paese dalla crisi. In questo caleidoscopio ci vedo anche l´ipotesi di ministri che decidono di presentarsi, di nuovi soggetti che scendono in campo, fondazioni, Think tank”.


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