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Mani pulite, Usa-Di Pietro: i racconti di Semler e Ferrara

Mani pulite, vent’anni dopo. Nuova puntata. A parlare oggi sulla Stampa, dopo le rivelazioni postume dell’ex ambasciatore a Roma Bartholomew, è l’ex console generale degli Stati Uniti a Milano Peter Semler in cui rivela: “Parlai con Di Pietro, lo incontrai nel suo ufficio, mi disse su cosa stava lavorando prima che l´inchiesta sulla corruzione divenisse cosa pubblica. Mi disse che vi sarebbero stati degli arresti”.
 
“Incontrai Di Pietro prima dell´inizio delle indagini, fu lui che mi cercò attraverso Bagioli (un dipendente italiano al Consolato americano, ndr). Ci vedemmo alla fine del 1991, credo in novembre, mi preannunciò l´arresto di Mario Chiesa e mi disse che le indagini avrebbero raggiunto Bettino Craxi e la Dc”, ha aggiunto. “di Pietro aveva ben chiaro dove le indagini avrebbero portato. (…) Eravamo informati molto bene. Di Pietro mi preannunciò gli arresti ma per me non era chiaro cosa sarebbe avvenuto”.
 
La Stampa ha pubblicato anche il commento del leader dell´Idv ed ex magistrato alle parole del Console: “Quello che racconta è sostanzialmente vero con alcune imprecisioni”. Sulla circostanza che abbia anticipato il coinvolgimento dei massimi livelli di Dc e Psi nelle inchieste, ad esempio, “temo faccia confusione, che sovrapponga conversazioni avvenute in momenti diversi. Non potevo anticipare il coinvolgimento dei vertici di Dc e Psi perché già indagavo su Chiesa, ma non avevo idea di dove saremmo andati a parare”.
 
Sul Foglio anche Giuliano Ferrara tratta la vicenda e ricorda le sue conversazioni di allora con i rappresentanti della CIA in Italia: “Quando lavoravo per l’Agenzia d’informazione del governo americano chiamata Cia faticavo a spiegare, era il 1985, che il Bettino Craxi amico degli arabi, spregiudicato e solitario leader inviso a democristiani e comunisti che doveva contrastare una grande coalizione assai ben finanziata con acconce contromisure, era anche il pilastro italiano di una politica occidentale nella Guerra fredda. Evidentemente le cose che dicevo al funzionario e spia del governo americano, da spregiudicato giornalista e insider politico, ebbero un qualche peso…”


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