“La Chiesa apre alle nuove famiglie”. Titolone del Corriere della Sera di oggi, pagina 27. Sotto, due foto con un sorridente Papa Francesco intento a raccogliere un rosario che gli pende dall’orecchio.
A pronunciare queste solenni parole, non è un teologo più o meno eretico, una di quelle voci che per quarant’anni sono rimaste nel limbo e che ora, con la nuova primavera, sono tornate allo scoperto.
Non è neppure qualche vecchio vescovo pensionato di tendenza progressista, deluso per un post-Concilio che non ha soddisfatto le attese e le aspettative di ribaltamento dottrinale, liturgico e pastorale.
Niente di tutto questo. A parlare è monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti e Vasto, teologo tra i più celebrati e rinomati, da anni in predicato di essere promosso a qualche incarico curiale o di essere trasferito in qualche sede metropolitana più prestigiosa.
Ieri il Papa l’ha nominato segretario dell’assemblea straordinaria del Sinodo che il prossimo anno, a Roma, discuterà delle nuove sfide della famiglia. Il relatore generale sarà invece l’arcivescovo di Budapest, Peter Erdo, fama di conservatore tendenza-Ratzinger.
A ottobre del 2014, per l’appunto, come titola il Corriere, si parlerà anche “delle nuove famiglie”. Altro che apertura di un ufficio diocesano di Friburgo, la cosa è ben più complessa, dunque. Ma leggendo l’articolo, riga dopo riga, si scopre che la realtà è un’altra. E lo stesso Forte dice (virgolettato) che “per famiglia si intende l’unione tra uomo e donna fondata sul matrimonio e aperta alla procreazione. Possiamo parlare di convivenze, coppie di fatto…”.
Dove sta la novità, l’apertura? Da nessuna parte. Il tema, delicato e pesante, è da anni sul tavolo di chi di dovere. E Forte non fa altro che ricordarlo, precisando però che la famiglia è una e una soltanto.
Certo, ci sono altre situazioni (come le coppie di fatto) che andranno discusse. Ma nulla è deciso, niente di rivoluzionario è avvenuto, per il momento. Che qualcosa sarà fatto, compresi passi in avanti sulla materia in oggetto, è certo.
Lo stesso Francesco, parlando in aereo ai giornalisti che l’avevano accompagnato in Brasile, aveva spiegato che bisognava approfondire il tema.
Ma di fughe in avanti, finora, nemmeno l’ombra. Solo tanto chiacchiericcio.