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#Usa2012 Se la sfida elettorale passa per la green economy

La sfida elettorale americana si giocherà anche sui temi energetici, come opportunità di creazione di posti di lavoro, in un Paese che ha visto crescere il tasso di disoccupazione. Il cuore del problema è il credito d´imposta per la ´green tecnology´, tema che ovviamente non ha mancato di essere terreno di scontro tra i due candidati.
 
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, da sempre sostiene la ´green economy´ come motore di sviluppo; Mitt Romney, candidato repubblicano, è invece contrario ai sussidi per le energie rinnovabili ed è a favore dalle fonti tradizionali, gas da argille in testa. Il credito d´imposta ´green´ attualmente in vigore, e sostenuto da Obama sin dal suo insediamento, scadrà alla fine dell´anno, a meno che il Congresso non intervenga per estenderlo per i prossimi anni. Mentre i sostenitori di Obama temono che la mancata approvazione dell´estensione possa far scomparire migliaia di posti di lavoro, sul fronte repubblicano si ritiene che i contribuenti non possano permettersi gli sgravi fiscali che solo quest´anno costeranno 1,6 miliardi dollari.
 
Il dibattito interessa una larga parte dei cittadini americani, in stati come ad esempio il Colorado, governata da un democratico, dove circa 23mila persone lavorano nella produzione di petrolio e gas e quasi 19mila sono impiegati nel settore delle energie rinnovabili.
La sola industria eolica impiega circa 5mila persone: il rischio è che con un nuovo inquilino alla Casa Bianca anche le scelte energetiche federali subiscano delle modifiche. Un impatto valutato anche da aziende come Vestas, leader mondiale nella produzione di turbine per le pale eoliche, che dal cambio di rotta potrebbe essere costretta a licenziare 1.600 dipendenti in tutto lo Stato.
 
L´amministrazione Obama è per la proroga del credito d´imposta in tutto il Paese (in Colorado è pari a 22 dollari per ogni megawatt-ora) e di altri incentivi alle imprese energetiche rinnovabili, per bilanciare le agevolazioni fiscali da 4 miliardi di dollari riservati all´industria petrolifera. Dal quartier generale di Romney fanno sapere però che gli investimenti nella green economy non dovrebbero gravare sui contribuenti, poichè se la ´green economy´ fosse un buon investimento, gli investitori dovrebbero fare la fila; in caso contrario, a pagare il conto non dovrebbero essere i contribuenti.


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