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Vi racconto lo storico (tolstojano) Melograni

“Un grande maestro insaziabilmente curioso della vita”. Mario Prignano vorrebbe racchiudere un mondo intero dentro questa espressione. Un mondo fatto di tanti aneddoti ma soprattutto di preziosi insegnamenti. Si, perché per il giornalista del Tg1, Piero Melograni è stato prima di tutto un grande mentore, incontrato negli anni Ottanta nella veste di suo professore di Storia Contemporanea all’Università di Perugia, e mai più abbandonato.
 
“La prima cosa che mi colpì fu la sua concezione tolstojana di Storia contemporanea”, racconta Prignano a Formiche.net.
Perché nei ricordi del giornalista con un passato a Libero, a restare indelebili non sono state le grandi guerre, ma i racconti della “Storia dell’umanità” a cui, a volte, lo stesso Melograni aveva preso parte. Emblematico il suo modo di raccontare la vita, così attento ai dettagli e alle sfumature.
 
Prignano concentra in una frase il ruolo che ha avuto Melograni nella sua vita: “Mi ha insegnato a leggere e a scrivere. La semplicità e il modo diretto, a leggere in profondità”. Aperto alle provocazioni della vita, Melograni aveva il gusto di sorprendere perché amava essere sorpreso. Lo storico ha avuto tre grandi meriti: “Quello di riuscire, veramente come pochi, ad interpretare la realtà nel profondo, comunicarla agli altri, trasmettendo loro questa grande arte del comunicare”.
 
“Tutto ciò, professionalmente, si traduceva in un modo semplice e chiaro di scrivere, con periodi brevi non ridondanti”, sottolinea Prignano.
Il giornalista fu vicino a lui anche come assistente parlamentare dal 1996, quando la solita curiosità che contraddistingueva Melograni l’aveva portato ad accettare la proposta di Silvio Berlusconi di dare un impianto culturale a Forza Italia insieme con quella che fu battezzata come la “pattuglia dei professori”, tra i quali Lucio Colletti e Marcello Pera, che come lui accettarono di entrare in Parlamento. Esperienza da cui Melograni ne uscì molto deluso e di cui scrisse con amarezza.

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