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Cosa resta della Scelta civica di Mario Monti

Ma davvero ci sono in Scelta civica contrasti così accentuati e radicali che la vita in comune è diventata insopportabile? Forse perché una parte di noi si ostina a sostenere una legge di stabilità che ormai non trova più difensori e un’altra parte è critica nei confronti di un governo di cui, peraltro, rivendica con orgoglio la formula politica e la continuità operativa? O forse perché qualcuno è troppo ansioso di dar vita ad una formazione vicina al Ppe; che è poi la stessa prospettiva a cui guardava Mario Monti, sia pure tra qualche mese?

Restano, in questo volar di stracci, di documenti politicamente corretti sulla purezza della linea e di cuori gettati oltre l’ostacolo, due dati di fatto duri come macigni. Nessun dialogo con il Pdl e con parti di esso è proponibile fino a quando non è sciolta la questione Berlusconi. Di converso, senza la leadership di Mario Monti, ora appartenente al gruppo misto di Palazzo Madama, Scelta civica può solo chiudere i battenti. La loro è una lotta tra gatte frettolose che hanno partorito dei poveri gattini ciechi e rane che si gonfiano per sembrare un bue.

E tutti avrebbero bisogno di tanta capacità di autoironia.


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