Palazzo Chigi apre alle modifiche sulla Legge di stabilità, ma la notizia è che entrate e spese aumentano rispettivamente di 1 e 2,6 miliardi (nel 2016 entrate su di 1,1). In sostanza si otterrà una manovra che sul 2014 prevede più entrate e più spesa. Altro che taglio delle tasse, come emerge dalla relazione tecnica al documento approvato dal consiglio dei ministri la scorsa settimana.
Numeri
In dettaglio la manovra prevede un incremento per il prossimo anno della spesa pubblica per 2,6 miliardi e le entrate per quasi un miliardo. Si tratta delle cifre analitiche dell’impatto sull’indebitamento: nel 2015 e 2016 invece le spese diminuiranno rispettivamente di 4,7 e 6,7 miliardi. Da un lato quindi le entrate calano di 495 milioni nel 2015, ma dodici mesi dopo aumentano di 1,1 miliardi. Gli oltre 11 miliardi di nuovi interventi saranno ripartiti in maniera equa tra riduzioni di entrate (5,1 miliardi) e maggiori spese (6,3 miliardi): verranno coperti con l’aumento di altre entrate (6 miliardi) e tagli ad altri capitoli di spesa (3,6).
Autogoal
Definisce così Il Sole 24 Ore la manovra che avrebbe dovuto in origine ridurre le entrate ma al contrario le aumenta. Stesso ragionamento per la spesa. A sette giorni dall’approvazione in CdM pare che gli effetti verranno riportati sui saldi di finanza pubblica. Un passaggio che sembrava non si dovesse ripetere e nonostante il taglio del cuneo. Il peso del fisco, osserva il quotidiano della Confindustria, “resta un moloch difficile da abbattere”, di contro sulle spese di interviene tra due anni. Ragion per cui i miglioramenti da apportare alla legge in Parlamento assumono un significato ancora più pregnante.
Manovra
Al centro della manovra tre macro elementi: il provvedimento di taglio del cuneo fiscale sul lavoro; dall’Imu alla Trise, il prelievo sulla casa; un miliardo e mezzo da dismissioni. Inoltre entro il prossimo mese di gennaio l’esecutivo dovrà definirà il programma di cessioni di immobili pubblici, con l’obiettivo di centrare per il 2014-2016 entrate per 500 milioni annui. Manovra “leggera” la epiteta Mario Sensini sul Corriere della Sera, con un impatto modesto sull’indebitamento netto, e che non modifica granché le poste del bilancio pubblico, con misure di entrata e spesa che in larga parte, si compensano tra loro. “Non è il Vangelo” ha commentato il vicepremier Angelino Alfano, secondo cui “la manovra è senz’altro migliorabile”, mentre secondo Enrico Letta “ci sono molti miglioramenti da mettere in campo”. Ma l’impressione è che non vi saranno stravolgimenti di sorta.
2016 pesante
Il quadro si appesantisce dal 2016, con risparmi preventivati per 18,1 miliardi di euro e che supereranno notevolmente la maggior spesa (da 10,2 miliardi). La parte del leone la faranno le cosiddette sforbiciate sulle detrazioni e deduzioni, che dopo la prima riduzione di 3 miliardi, dovranno essere ridotte di altri 7 miliardi nel 2016 e 10 l’anno successivo.