Adieu ou au revoir? La compagnia francese si trastulla con il dossier Alitalia.
I fatti
Iniziamo da una certezza: Air France-Klm “ha deprezzato interamente la sua partecipazione in Alitalia”. La decisione è stata assunta “tenuto conto delle incertezze attuali che pesano sulla situazione”. In sostanza su Alitalia ai francesi non basta l’impegno di Poste Italiane, anzi, dopo il via libera dei soci all’aumento di capitale da 300 milioni di euro, decidono per il disimpegno, diluendo la propria partecipazione del 25 al 10%. Secondo Milano Finanza Air France-Klm avrebbe iscritto a bilancio una cifra di 202 milioni per coprire le perdite di sua competenza e a titolo di accantonamento sulla svalutazione della partecipazione.
Contromossa
Una decisione che invece Il Messaggero “legge” come un blitz e osserva come Air France adesso vorrebbe controllare Alitalia in virtù di una vera e propria contromossa francese: subito la verifica dei debiti, mentre oggi il cda della compagnia dovrà valutare le proposte. Secondo il quotidiano di via del Tritone il numero uno di Af, Alexandre de Juniac, lo aveva già fatto presente in forma scritta al presidente Roberto Colaninno: da Parigi vogliono una due diligence su Alitalia, al fine di conquistare lo scranno più alto dell’ormai ex compagnia di bandiera italiana. Una scelta comunque clamorosa, che sarebbe stata comunicata sia all’ad Gabriele Del Torchio oltre che ai principali azionisti, ma che avrebbe come primo obiettivo sciogliere i dubbi sui soci minori. Ovvero quelli che pur approvando l’aumento di capitale non ne erano convinti. Altri vedono in queste indiscrezioni niente altro che l’intenzione parigina di prendere tempo, per valutare nel dettaglio non solo la bontà dell’operazione Poste Italiane voluta dal governo Letta, quando la sostenibilità reale dei passivo e la strutturazione di un nuovo piano industriale con una sforbiciata ai lavoratori (i primi numeri dicono circa mille esuberi).
Piano
Secondo il piano originario dei francesi, le cui linee guida sono state anticipate dal Messaggero, il nodo principale sarebbe una ristrutturazione a trecentosessanta gradi di Alitalia: quindi contratti rivisti, forniture da ridefinire, leasing da rimodulare, manutenzioni da rinnovare. Per cui, come risulta nei suggerimenti giunti a Parigi da Boston Consulting, al rimo posto ci sarà da ridefinire tratte e configurazione dei velivoli, tagliando quelle rotte dove si registrano perdite significative. Senza dimenticare nuovi voli per quelle tratte che viaggiano non a pieno carico e trasferimento degli equilibri sulle tratte dove c’è un più alla voce numeri.
Azzeramento
Ma ecco la nota di Air France a mettere sul tavolo verde la “strana” puntata: azzeramento del valore delle sue azioni, probabilissimo «no» all’aumento di capitale. Mentre la previsione di minusvalenza per 202 milioni di euro è già l’ombra che aleggia su un cda atteso nelle prossime ore. «Garantiamo la continuità dei voli» , dicono. I primi commenti si ritrovano a margine della Giornata Mondiale del Risparmio, con i due amministratori delegati delle banche impegnate nella delicata questione. Unicredit non intende diventare socio di Alitalia, ha detto l’ad Federico Ghizzoni, ma creare le condizioni affinché i soci sottoscrivano l’aumento di capitale e questo abbia successo, per poi uscire dall’equity. Invece Carlo Messina, ad di Intesa San Paolo ha messo l’accento sul fatto che occorrerà giungere ad un accordo con un partner industriale che deve essere Air France, “ma se non sarà così valuteremo una soluzione diversa”. Sì, ma quale?
twitter@FDepalo