“C’è da vergognarsi, così rischiamo di uccidere il partito”. No, un momento, sono solo “casi isolati, ma possiamo azzerare dei congressi”.
La doppia lettura del caso tesseramento piddì alla vigilia delle primarie, mette in agitazione il Nazareno, anche in considerazione di ciò che realmente dicono due esponenti agli antipodi, ma che da pulpiti non secondari traducono l’esplosione di tessere e la (presunta) voglia di voto.
Parola all’organizzatore
Sei o sette casi non possono rovinare questo processo democratico, si difende l’uomo organizzazione del Pd Davide Zoggia che su Repubblica annuncia la decisione della direzione nazionale di consentire il tesseramento fino all’ultimo istante. Ma il mantra è che non è giusto “fare di tutta l’erba un fascio”. E ancora: qualche sentore c’è, le cose vanno provate, “ma in quel caso non indugeremmo un secondo”. Con un avvertimento (a Renzi?): “Non conviene a nessuno cavalcare la questione. Tutto questo non va amplificato, ma sradicato e risolto”.
Parla l’inviato
C’è chi però, come il veltroniano Roberto Morassut, è stato inviato direttamente (a Lecce) nell’epicentro del rigonfiamento di tessere per tastare con mano la veridicità dei casi denunciati. E dice al Corriere della Sera che a parole sono tutti “contro le correnti, fanno gli appelli”, ma chiunque “sia a orchestrare questa schifezza deve essere messo nelle condizioni di vergognarsi”. Qui di il problema c’è. “Il tema – aggiunge – riguarda tutti: sosterrò Renzi e stimo Cuperlo, non voglio qui favorire l’uno o l’altro”.
Al bando le ipocrisie
Ma a questo punto si rende necessario “far cadere il velo dell’ipocrisia, i fenomeni anomali sono diffusi. Io so per esperienza quanto sia difficile convincere anche un solo cittadino a iscriversi…”. Una possibile via di uscita potrebbe essere secondo Morassut l’iscrizione a 20 euro che “permette di costruire dei pacchetti, allora io dico: leghiamo la cifra d’adesione al reddito. E il Pd decida di uscire dai cda: a tal riguardo va cambiato l’articolo 2221 del codice civile, non devono essere i sindaci a scegliere i cda delle aziende. E poi, visto che tutti vogliono superare il Porcellum, diciamo anche che le preferenze, in alcune zone del Paese, sono in mano a organizzazioni criminali. Vanno reintrodotti i collegi uninominali, e si proceda con le primarie”.
Domanda amletica
Ecco che quindi nelle settimane che precedono l’appuntamento più atteso da un anno a questa parte, i casi piemontesi, pugliesi e siciliani aggiungono frenesia ad un panorama già niente affatto tranquillo, con le punture di spillo dalemiane a Renzi, le accuse di Cuperlo su quale modello di partito immagina il sindaco di Firenze, l’escamotage della giustizia come terreno sul quale sperare che Renzi scivoli. Per questo, e al di là delle lotte intestine al Pd tra l’ala made in Botteghe Oscure e la componente modernista, una possibile decrittazione si ritrova nell’interrogativo che proprio alla nomenklatura riserva Morassut. Che chiede: “Come può esserci la corsa al tesseramento nel momento di massimo distacco dalla politica?”.
Già, come?