Skip to main content

Tutti contro Marchionne (in Italia)

Negli Stati Uniti continua a essere celebrato. L´ultimo riconoscimento è giunto dalla rivista (americana) di settore “Automobile Magazine” che lo ha insignito quale Uomo dell´anno 2012. I numeri di Chrysler sono incoraggianti: in Canada salgono del 3% e questo è il 35esimo mese consecutivo di vendite al rialzo, la più lunga serie storica positiva di sempre per la casa automobilistica ora guidata da Sergio Marchionne.
 
Lui, il super manager della Fiat, è come una delizia per gli Usa (al punto da indispettire l´avversario di Obama) ma una croce per l´Italia. Marchionne ha provato a recuperare dopo le uscite goffe delle ultime settimane. Una pagina per chiedere scusa ai fiorentini (sulla Nazione) e una intervistona per confermare gli investimenti Fiat in Italia (sul Corriere della Sera di ieri) non sono bastate.
 
Il caso dei 19 lavoratori messi in mobilità nello stabilimento di Pomigliano dopo il reintegro dei rappresentanti della Fiom ha scatenato una polemica che neppure il giorno di Ognissanti ha smorzato. Oltre a un vasto schieramento di politici e sindacalisti, a schierarsi contro Marchionne sono stati persino i due ministri dello Sviluppo e del Lavoro, Corrado Passera ed Elsa Fornero.
 
Chi però ha preso la palla al balzo per brandire un machete verbale contro il vertice della Fiat è stato l´imprenditore Diego Della Valle. Il patron di Tod´s ha dichiarato che “bisogna proteggere l´Italia dai Marchionne e dagli Agnelli” e ha invitato presidente della Repubblica e del Consiglio, Giorgio Napolitano e Mario Monti, “a intervenire per richiamarli al senso di responsabilità”.
 
Parole durissime che riaprono lo scontro fra due importanti rappresentanti del capitalismo italiano. In attesa delle prossime puntate (sic!), ci chiediamo se e quando si vorrà discutere seriamente di politica industriale nel settore auto e di relazioni industriali in Italia.
 
Sia Marchionne che i suoi critici vogliono, entrambi, la moglie ubriaca e la botte piena. È chiaro che si tratta di un conflitto senza soluzione che non sia una soluzione politica di buon senso che tenga conto dell´interesse nazionale e del principio sacrosanto (ma spesso dimenticato) della libertà d´impresa.
 
 
Giovanni Torinese


×

Iscriviti alla newsletter