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Ddl Merchandising-calcio, l’ennesima farsa italiana

Tutti che pontificano su quelli che potrebbero (e non sono) i ricavi futuri delle società di calcio. Tutti che millantano nuovi e potenziali ricavi, ma, poi, nel concreto, non sanno incidere o non fanno sistema per portare la politica italiana, per esempio, a difendere i loro stessi interessi. Un esempio per tutti? Quello che sta succedendo sul fronte della tutela del merchandising, ovvero i prodotti a marchio ufficiale delle società di calcio. L´unica che fa soldi con il merchandising del pallone in Italia è l´industria del falso. A conferma di ciò mai nessun club italiano ha reso noti (evidentemente per la vergogna) i dati stagionali di vendita del proprio merchandising. Li sfido tutti a dimostrare il contrario.
 
Sul tema stadi, per esempio, c´è ancora molta confusione e divisione, tra chi vuole costruire stadi e chi vuole attraverso gli impianti sportivi realizzare speculazione edilizia (questo è bene dirlo per fugare ogni dubbio residuo), ma sul tema della tutela del merchandising tutti i presidenti dovrebbero essere coesi per difendere i loro marchi. Eppure nessuno si muove, nessuno alza la voce e il ddl Lolli (dal nome del deputato Giovanni Lolli, PD, lo stesso del progetto di legge sugli stadi) è rinchiuso, sotto una coltre di polvere, in un cassetto di uno dei due rami del Parlamento, in attesa di una calendarizzazione, che non avverrà mai almeno in questa legislatura.
 
Allora quando sento questi nostri fantastici presidenti di calcio e i loro dirigenti (strapagati) che si lamentano, perché vorrebbero ma non possono fare in Italia, quello che avviene in altri Paesi, vorrei solo dire una cosa: “Ma perché vi lamentate se non siete neppure in grado di difendere casa vostra e accettate che a 100 metri dallo stadio ci sia l´industria del falso che invece fa business sui vostri marchi sfruttando la vostra storia. Fatevi un bell´esame di coscienza e state almeno zitti?”.
E la politica perché non si rimette in movimento almeno per approvare un disegno di legge accettato e condiviso da tutti? E´ questo immobilismo, da una parte e dall´altra, che mi ammazza mentalmente, perché capisco di vivere in un Paese dei balocchi, dove tutti si lamentano solo per andare in tv (e guadagnare minuti di popolarità), ma non per risolvere i problemi; questa volta sul terreno del merchandising, domani su un altro fronte. Un pallone, quello italiano, di finte vittime e piagnoni.

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