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Come la Difesa vuole fermare il declino delle forze armate

“Non possiamo assistere al declino del nostro strumento militare senza reagire, perché questo pregiudicherebbe la capacità dell´ Italia di contribuire alla sicurezza internazionale, in misura coerente con il ruolo e le responsabilità di un grande Paese”. E´ l’auspicio del ministro della Difesa Giampaolo Di Paola nel corso del suo intervento nell´ aula del Senato sul provvedimento di revisione dello strumento militare italiano.
Per Di Paola, “in questa situazione, vi sono soltanto due vie possibili: o aumentiamo le risorse, o riduciamo lo strumento. La prima ipotesi, alla luce dell´ insufficienza delle risorse, mi appare non percorribile in questo momento di rigore finanziario; né ho sentito, nel dibattito politico italiano, nessuno pronunciarsi in tal senso, anzi. Non resta, quindi, che la seconda strada, per correggere l´evidente squilibrio che esiste fra l´Italia e i suoi partner europei: procedere al ribilanciamento della ripartizione delle spese, migliorando almeno la qualità della spesa”.
 
Quindi, osserva il ministro della Difesa, “dovremo necessariamente procedere verso uno strumento militare più ridotto, ma ottimizzato, per intervenire efficacemente domani; per destinare sufficienti risorse all´operatività dei nostri militari e al corretto tasso di ammodernamento degli strumenti. Dobbiamo tendere a ridurre di circa il 50% la spesa per il personale verso livelli simili a quelli degli altri Paesi europei: non sono numeri magici, non facciamo alchimia, ma sono precisi riferimenti”, conclude Di Paola.


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