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Chi si prende l’Ucraina? Per ora la Russia

Dalle notizie che trapelano a pochi giorni dal vertice europeo di Vilnius (28-29 novembre) sembra impossibile che l’Ucraina possa accettare le imposizioni di Bruxelles per firmare l’Accordo di Associazione alla UE. Fino a qualche settimana fa sembrava che gli sforzi del presidente Janukovic andassero verso la liberazione dell’ex premier detenuto, Julia Timoshenko, la sua possibile estradizione in Germania, e la firma dell’accordo con la UE.

Adesso tutto si è fermato perché il parlamento di Kiev non ha approvato la mozione di scarcerazione della Timoshenko. Entro martedì 19 novembre gli inviati speciali della UE dovranno presentare il loro rapporto e raccomandazioni al Consiglio. A meno che non decidano di dimenticare anni di impegno per il rispetto dei diritti umani in Ucraina, non ci si può aspettare che una relazione negativa.

Dietro la questione Timoshenko, che per motivi piuttosto ideologici ha incardinato l’azione diplomatica dell’UE verso l’Ucraina, il vero braccio di ferro è tra l’UE e la Russia di Putin. Quando l’accordo UE/Ucraina sembrava ormai cosa fatta, circolava voce che il “prezzo” che Kiev avrebbe pagato era in termini di perdita di sovranità su una importante porzione del suo territorio nazionale, la Crimea. Da Mosca si faceva notare che i 50 milioni di ex sovietici che abitano l’Ucraina non sarebbero stati abbandonati. Intanto, la NATO fa esercitazioni proprio sui confini russi nel Baltico e ipotizza qualcosa di simile in Ucraina. Qual’è la strategia che sottende le provocazioni a Putin?

Mentre le relazioni tra UE e Russia sono piuttosto tese per via di numerosi dossier che irritano parecchio Mosca, la questione del futuro dell’Ucraina sarà probabilmente rimandata al 2015, dopo le elezioni europee e quelle presidenziali ucraine.



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