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La democrazia di Asterix

Sarebbe comodo andare a cercare in questa nuova comunicazione di Beppe Grillo una notizia relativa alle prossime elezioni. Sarebbe facile ironizzare sugli accenti sbagliati o sulla maiuscola generosamente attribuita al Sistema. Ma il punto non è questo. Quello che trovo preoccupante è il sottinteso, neanche poi tanto, ideologico che si legge, cioè il rifiuto della democrazia.
 
Pretendere l´instaurazione di una democrazia diretta non significa voler eliminare i partiti. Significa voler eliminare la democrazia. Che in un paese di 60 milioni di persone, per definizione, o è rappresentativa, o non è. Quello cui Grillo mostra di pensare è una roba tipo villaggio di Asterix, il capo politico (come ormai si definisce) fa la sua proposta con annessa indicazione di voto, ma ovviamente senza spiegazioni, e il popolo clicca su un sì o su un no.
 
Un esempio lo fornisce Grillo addirittura nello stesso post della sua personalissima Pravda, affermando che secondo lui l´Italia non può permettersi l´euro, ma devono decidere i cittadini con un referendum.
 
E che il suo rapporto con l´idea di democrazia sia perlomeno tormentato Grillo lo dimostra nella chiusura delle lezioni su se stesso per imbecilli (grazie per il Dummies, Beppe, però poi non te la prendere quando chiamiamo i tuoi con un innocente grillini), quando stabilisce che ai suoi “è fortemente sconsigliata” la partecipazione ai talk show, ma in futuro sarà addirittura vietata. Non prima, si intende, che si sia riunito con Casaleggio e abbiano democraticamente votato sul punto.


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