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La Spagna sorpassa l’Italia? Ipotesi e confronti

La Spagna esce parzialmente dall’orbita degli osservati speciali di Bruxelles e prova a mettere la freccia per spostarsi sulla corsia di sorpasso e staccare l’Italia.

Il 14 novembre è terminato il piano di aiuti bancari di Unione europea e Fondo Monetario Internazionale al Paese iberico, che ha consentito a Madrid di ottenere nel 2012 un prestito di circa 41 miliardi di euro.

Da allora la Spagna ne ha fatta di strada, – come spiega lo stesso ministro dell’Economia Luis de Guindos in un’intervista a Le Monde – realizzando a detta di molti osservatori quelle riforme che servirebbero anche all’Italia e che potrebbero salvare Roma da un’analoga richiesta di sostegno.

DAL 2012 A OGGI
Nel luglio del 2012, quando Madrid chiese aiuto all’Europa, – spiega Il Sole 24 Ore – i rendimenti dei titoli pubblici decennali spagnoli erano arrivati al 7,6%, ben oltre la soglia del default, già sperimentata da Grecia, Irlanda e Portogallo. Dopo un anno e mezzo, i rendimenti dei bonos sono scesi ai livelli pre-crisi del 4%.

BANCHE IN RISANAMENTO, RIPRESA INIZIATA
La situazione complessiva del sistema bancario spagnolo è nettamente migliorata, con tutti gli indicatori che vanno nella direzione corretta. Il Paese, inoltre, è uscito dalla recessione. Dopo nove trimestri di contrazione il Pil spagnolo è tornato a crescere tra luglio e settembre, anche se solo dello 0,1 per cento, grazie a una ritrovata competitività che intensifica le esportazioni. Risultati, secondo il quotidiano di Confindustria, frutto non solo delle riforme del mercato del lavoro e della spesa pubblica corrente, ma anche della stabilità politica del governo guidato dal premier moderato Mariano Rajoy (nella foto).

UN’ACUTA CRISI SOCIALE
Ma non è tutto oro quello che luccica. A fianco di una timida ripresa si sta consumando un vero e proprio dramma sociale con tassi di disoccupazione altissimi, soprattutto tra i giovani, e che nell’intero Paese raggiungono una percentuale del 26%. Inoltre, il bilancio di previsione della Spagna per il 2014 non garantisce di centrare l’obiettivo di riduzione del deficit al 5,8% del Pil fissato dalla Ue e per questo la Commissione Europea ha chiesto alll’esecutivo tagli aggiuntivi – fra lo 0,1% e lo 0,3% del Pil – pari a una somma fra uno e tre miliardi di euro.

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