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Grecia, quando a fare default è la comunicazione

Questa volta spread e numeri, o trend e bilanci, non c’entrano. Perché se c’è una cosa nella crisi greca, accanto a tante altre, che non sta funzionando a dovere è la comunicazione. Notizie non confermate, rumors lasciati cadere, ipotesi che non si tramutano in realtà.

Ma con la tragica contingenza che si sta dando conto di fatti assolutamente gravi, con malati terminali che non hanno dallo stato le prestazioni dovute, con pensionati che sopravvivono con 300 euro al mese, con deputati che non rinunciano a indennità e benefit, con le poche righe spese sul rischio disordini sociali e strategia della tensione per distogliere lo sguardo da memorandum e troika, con interi nuclei familiari che per le ristrettezze economiche attuano il “risparmio alimentare”: nel carrello della spesa niente proteine o pesce, solo surgelati e pizze.

Che i malati di hiv ad Atene e nella sua intera area metropolitana fossero in drammatico aumento era cosa nota già da un anno e l’ultimo report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità lo dimostra. Ma il fatto che tutti i tossici ellenici si iniettassero appositamente la malattia per accedere ai contributi statali, è una inesattezza pubblicata da Al Jazeera e ripresa dalla stampa senza che venisse fatta anche una telefonata all’Oms. Che invece ha confermato l’errore di traduzione nel report in questione, riducendo quello che è stato titolato a nove colonne come una minuscola percentuale di disperati. Nell’ordine di pochissimi casi. Ma le rettifiche, si sa, vanno in un colonnino in ultima pagina.

Mondo Greco

twitter@FDepalo


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