Niente obbligo per i medici di prescrivere invece della ‘griffe’ del farmaco il principio attivo, che diventa una “facoltà”. Lo prevedono 4 emendamenti presentati al decreto Sviluppo da Udc, Lega, Pdl e Pd. Nel governo è in corso una ‘trattativa’ sulla proposta venuta dal Parlamento.
La novità della spending review
L’obbligo della prescrizione del principio attivo nelle ricette laddove esistano più farmaci equivalenti è stato introdotto con la spending review. Secondo la proposta ”il medico che curi un paziente, per la prima volta, per una patologia cronica, ovvero per un nuovo episodio di patologia non cronica, per il cui trattamento sono disponibili più medicinali equivalenti, indica nella ricetta del Ssn la denominazione di uno specifico medicinale. Il medico ha la facoltà di aggiungere il principio attivo.
I rilievi del Parlamento
Gli emendamenti sono stati firmati da diversi senatori sia della commissione Industria sia della commissione Sanità (Sangalli Pd, Bosone Pd, sottoscritto anche dal centrista Milana, Germontani (Fli) e Ghigo (Pdl), sottoscritto anche dal leghista Rizzi). Anche all’interno del governo ci sarebbero posizioni diverse. Dalla Salute si starebbe facendo notare che modificare la norma comporterebbe costi maggiori per cittadini e Servizio sanitario nazionale. Da parte di Sangalli (Pd) e di Pdl-Lega, sempre a prima firma Ghigo, è stata avanzata anche la proposta di sopprimere tout-court la norma. Il commento di Balduzzi La norma sulla prescrizione del principio attivo “è equilibrata” e “non vedo ragioni per non continuare sulla strada della valorizzazione della cultura e della pratica del farmaco equivalente che fa risparmiare i cittadini e l’Ssn”, replica il ministro Renato Balduzzi. “Mi sembra – ha detto Balduzzi – un’iniziativa individuale di singoli senatori, non dei partiti. La norma vigente, di grande equilibrio, dà la facoltà al medico di orientare i pazienti e i farmacisti. Quando c’è una ragione per indicare il nome commerciale di un farmaco il medico lo motiva in tutti gli altri casi vale il principio di equivalenza come in tutto il resto del mondo”. Chi produce un farmaco ‘griffato’ “basta che abbassi il prezzo e venderà lo stesso il suo prodotto”. Balduzzi in passato ha sempre sostenuto il farmaco generico, supportato dai riscontri economici.
Il sottosegretario Cursi: governo favorevole
“Oggi abbiamo registrato nel primo vaglio degli emendamenti con i relatori il parere favorevole del governo a quelli sui farmaci”. Lo riferisce il presidente della commissione Industria Cesare Cursi, spiegando che c’è però “l’ipotesi di una riformulazione”. Per Cursi, comunque, “è giusto difendere l’industria farmaceutica che spende in ricerca e investe nel Paese creando lavoro e innovazione”. Al no alle modifiche espresso da Balduzzi, Cursi replica che “il ministro è il ministro, poi c’è il Parlamento”. A dare il parere sugli emendamenti, per conto del governo, riferisce sempre Cursi, “era presente il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti”.
I tempi
Il voto sugli emendamenti comincerà in commissione martedì prossimo dopo che la commissione Bilancio avrà dato il parere su tutti gli emendamenti. Al momento sono 1.738 ma “circa 250” salteranno per l’inammissibilità. Le proposte di modifica alla norma della spending review sulla prescrizione del principio attivo “mantengono la garanzia sui generici. Vedremo se ci saranno altre proposte. Ma – conclude Cursi – sarebbe poco serio da parte del governo non riconoscere l’importanza del settore farmaceutico”.