“Più che mai, dobbiamo amare la Francia. Niente sarebbe peggio di colpire se stessi”. Non sarà solo con queste seppur ottimistiche parole pronunciate nel suo discorso di fine anno che il presidente francese François Hollande potrà riconquistare la fiducia dei cittadini e delle imprese, su tutte le furie per la tassa sui ricchi. Ma anzi dovrà compiere una vera e propria inversione a U per recuperare terreno nei confronti degli sfidanti politici, ben consapevole che a breve si materializzerà di fronte all’Eliseo il vero convitato di pietra dell’anno che è appena iniziato: Nicolas Sarkozy.
CRISI E TASSE
Il Consiglio costituzionale che lo scorso 29 dicembre ha modificato la legge Finanziaria 2014, ha convalidato la “tassa del 75%”, il cosiddetto balzello sui compensi oltre il milione di euro. Con un rischio di altri “casi Depardieu” che potrebbero materializzarsi già da questo primo mese del 2014. Ma rispetto allo scorso anno quando la proposta di Hollande non vide la luce (fu ritenuta iniqua nonostante il Partito Socialista l’avesse promessa in campagna elettorale) questa volta l’aliquota sarà sostenuta dal datore di lavoro e non dal singolo per due anni. Contro questo provvedimento già un mese fa si era levata la protesta di 120 parlamentari. Provvedimento su cui si è abbattuta la protesta delle grandi squadre di calcio, su tutte il Paris Saint-Germain mentre le squadre di Ligue 1 e 2 avrebbero voluto scioperare.
PATTO
E dopo la scudisciata ai Paperoni transalpini, ecco che Hollande propone un patto di “responsabilità” con la possibilità per le aziende di ottenere sgravi fiscali in cambio dell’assunzione di giovani lavoratori. Minore costo del lavoro e minori restrizioni nelle attività d’impresa in cambio di maggiori assunzioni e di un maggior dialogo con le organizzazioni sindacali, è stato il ritornello pronunciato da Hollande durante la conferenza dall’Eliseo con a margine i trend preoccupanti delle aziende francesi: tra i minori d’Europa e dovuti all’alta pressione fiscale.
COMPARTO AUTO GIU’
Si apre con una cattiva notizia sul mercato dell’auto l’anno economico parigino. Secondo i dati diffusi dal Comitato dei costruttori di automobili (CCFA), il mercato automobilistico nel 2013 ha subito un calo del 5,7%, con solo 1.790.000 nuove immatricolazioni. I produttori annunciano una flessione anche per il 2014, sarebbe il quarto calo annuale consecutivo. Ma in generale il mercato torna ai livelli più bassi da 15 anni a questa parte.
ESILIO TERMINATO?
Ma ecco che oltre ai dossier industriali e fiscali, sul tavolo di Hollande (protagonista di una performance non esaltate in occasione del discorso di fine anno) torna quello denominato “NS”, dalle iniziali del suo (prossimo?) sfidante: l’ex presidente Nicolas Sarkozy, tentato dal ritorno in campo così come annunciato sei mesi fa da queste colonne, ma alle prese con la grana del candidato del Ump a Sindaco di Parigi, Nathalie Kosciusko-Morizet. Senza dimenticare l’incubo comune a entrambi: quella Marine Le Pen che, ormai alla luce del sole, sta preparando la grande avanzata verso la poltrona più ambita di Francia. Tappa intermedia le elezioni europee di maggio: un pit stop altamente indicativo per capire a che punto è lo sgretolamento della vecchia politica francese.
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