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Sindaci, ecco la classifica dei migliori e dei peggiori

I grandi calano, i nuovi avanzano, ma in generale la fotografia dei primi cittadini d’Italia scattata dall’annuale sondaggio IPR Marketing per Il Sole 24 Ore riserva più di una sorpresa. Si appanna complessivamente l’immagine di primi cittadini e presidenti di Regione, ovvero tra gli amministratori locali il primo dato è il consenso che scende tra i big.

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CHI SALE E CHI SCENDE
Tra i sindaci si registra una flessione nella speciale classifica di molti nomi nazionali, come il sindaco di Roma Ignazio Marino e quello di Milano Giuliano Pisapia, a cui fa da contraltare la supremazia al primo posto del giovane sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo (Forza Italia). Anche a Genova Marco Doria e a Napoli Luigi De Magistris fanno segnare il pollice verso, come se la stagione della primavera arancione fosse lontana un decennio.

PROMOSSI
La nuova edizione del «Governance Poll», la classifica stilata ogni anno da IPR Marketing per Il Sole 24 Ore, dice che non è una questione di colori politici, dal momento che l’insoddisfazione è diversificata e diffusa. E così se al primo posto c’è il giovane amministratore berlusconiano, ecco al secondo farsi largo il sindaco di Bari (neo renziano) Michele Emiliano, giunto al termine del suo secondo mandato. Terzo Vincenzo De Luca, il viceré di Salerno e controverso viceministro alle Infrastrutture, contraddistinto da forti fibrillazioni con l’esecutivo per via del doppio ruolo.

ANALISI
Dalle rilevazioni emerge che nel complesso cala la fiducia dei cittadini verso primi cittadini e governatori. Ovvero spicca il dissenso degli amministrati, con due sindaci su tre che accusano una netta flessione. In tutto per il 65% dei sindaci c’è una perdita di consenso, numeri che salgono fino al 76% se la si applica ai Governatori.

L’ASCESA DI PERRONE, LA DISCESA DI TOSI
Al 12mo posto ecco il sindaco di Lecce, altro giovane proiettato verso incarichi nazionali, Paolo Perrone (possibile candidato del centrodestra alle regionali del 2015), netto calo invece per il leghista Flavio Tosi sceso alla 21a posizione nonostante Verona sia una delle città italiane più pulite e con alta qualità della vita.  I nodi per i sindaci sono essenzialmente le difficoltà di bilancio date dai tagli ai trasferimenti dallo stato centrale e le questioni relative agli aumenti della tassazione locale successivi al caso Imu, che hanno provocato una forte insoddisfazione tra i cittadini.



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