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Turchia, Erdogan vuole imbavagliare internet e i magistrati?

Giustizia e internet, sono questi i due binari su cui si muovono parallelamente le contestate riforme del premier turco Recep Tayyip Erdogan, che dopo le proteste al parco Gezi è di nuovo nell’occhio del ciclone per il recente scandalo tangenti che ha travolto il governo.

LA RIFORMA DI ERDOGAN
Secondo i media di Ankara il presidente Abdullah Gul ha incontrato oggi i capi dell’opposizione per discutere di un progetto di legge “che rafforza il controllo politico sulla magistratura“. Il progetto di riforma, avanzato dal Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) è in discussione da venerdì alla commissione Giustizia del Parlamento turco. Il testo, che dà l’ultima parola al ministro della Giustizia in materia di nomine dei magistrati è stato però definito “incostituzionale” dagli antagonisti che, come spiega il Guardian, nonostante le rassicurazioni temono sarà usato da Erdogan come trampolino per modificare la costituzione e insabbiare le inchieste che riguardano il potere islamico.

LE PROTESTE DELL’OPPOSIZIONE
Per il capo dell’opposizione, Kemal Kilicdaroglu, il disegno di legge presentato dal governo “butta 90 anni di conquiste democratiche nella spazzatura”. La proposta è stata definita lesiva del principio della separazione dei poteri in democrazia. Kilicdaroglu ha annunciato che se il disegno di legge sarà approvato presenterà un immediato ricorso alla Corte Costituzionale di Ankara.

LA LENTE DELL’EUROPA
La situazione preoccupa l’Unione europea sta esaminando la bozza del progetto di riforma del sistema giudiziario in Turchia. Un portavoce della Commissione europea spiega che si sta “seguendo molto da vicino cosa sta accedendo in Turchia, che è un Paese candidato all’ingresso nella Ue. Stiamo esaminando la bozza per assicurarci che il potere giudiziario in Turchia rimanga indipendente ed efficiente, perché questo è l’impegno preso dalla Turchia nel processo di adesione”. Inoltre – si legge sul quotidiano nazionale Hurriyet – il prossimo 21 gennaio il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, incontrerà a Bruxelles il premier turco Erdogan.

L’ATTACCO A INTERNET
A questi timori sulla giustizia si somma quello che il governo islamico voglia “imbavagliare” internet. A svelarlo è il britannico Financial Times, che racconta come “una proposta legislativa presentata dal partito del premier darebbe al ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni il potere di bloccare i siti ritenuti responsabili di violare la privacy” e la richiesta ai provider di limitare l’accesso a siti proxy, che consentono agli utenti di aggirare la censura“.

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