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Ecco in pillole il rapporto sui farmaci

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La Sanità italiana non spende troppo, ma lo fa male. È quello che si evince dagli ultimi dati esposti durante il confronto promosso da Cittadinanzattiva – associazione per la tutela e la promozione dei diritti dei cittadini – e Farmindustria dal titolo “Assistenza farmaceutica: equità, accesso, partecipazione“, che si è tenuto oggi a Roma.

SISTEMA SANITARIO SOSTENIBILE

Il Sistema Sanitario Nazionale italiano, dunque, non ha bisogno di un taglio nei finanziamenti, già bassi rispetto ali altri Paesi sia europei che extraeuropei, “ma di razionalizzare la spesa, per reinvestire i risparmi che derivano dai guadagni di efficienza per migliorare l’accesso ai nuovi prodotti”, ha detto il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi.

IL RUOLO DELLA FARMACEUTICA

Ma se tagliare la spesa del SSN non è necessario, lo è certamente alleggerire le procedure burocratiche che lo rallentano e ricollocare gli investimenti già previsti. Per il presidente di Farmindustria, infatti, il comparto farmaceutico “è paradigmatico in questo senso, con una spesa pro capite più bassa del 25-30% rispetto agli altri Paesi Big Ue e la necessità di migliorare una situazione che vede il nostro Paese detenere il record europeo di vincoli burocratici – nazionali e regionali – per l’accesso ai nuovi prodotti”.

COSA MIGLIORARE

Una delle principali cause frenanti nell’introduzione di nuovi farmaci nel SSN è la confusione sulle competenze tra Stato e Regioni. Le regioni italiane con criteri specifici aggiuntivi a quelli nazionali sono ben 18, e tali sovrapposizioni gravano non solo sui tempi di introduzione, ma anche sui costi degli stessi farmaci. Ritardi e disuguaglianze territoriali, mancato accesso alle cure a causa di costi troppo elevati e discriminazione in base alla residenza: sono solo alcuni dei problemi rilevati dal Coordinamento nazionale delle Associazioni dei Malati Cronici di Cittadinanzattiva (CnAMC).
Una soluzione agli ingorghi burocratici trova spazio tra le parole di Massimo Scaccabarozzi: “Una parte dei risparmi derivanti dalla riduzione dei ricoveri e delle complicazioni di alcune patologie croniche tramite la prevenzione (come il diabete e l’ipertensione) dovrebbe infatti essere reinvestita nel sistema per assicurare l’immediata disponibilità dei farmaci innovativi”.

DOPPIO BINARIO

Il comparto farmaceutico non è in crisi e non ha subito tagli nel 2013, ma potrebbe sentire il peso della pressione fiscale, tra le più alte in Italia rispetto ai Paesi concorrenti. Ma se non si investe in questo comparto – ha detto Scaccabarozzi – “non sarà possibile avere le risorse da investire nella Salute con conseguenze ovvie sul diritto alle cure”.



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