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Tutte le twittate di Matteo Renzi

La diretta twitter di Matteo Renzi permette di leggere in filigrana la strategia perfetta del segretario del PD. Con la consueta disinvoltura il sindaco di Firenze ha aggirato domande spinose, dosa prudenza e arrembaggio, distribuisce idee con la consueta semplicità e leggerezza.

CAUTO SULLE DROGHE LEGGERE

Sulle droghe leggere il sindaco va con i guanti di velluto, apre ad una revisione della Fini-Giovanardi nella divisione tra droghe pesanti e leggere, ma senza dichiararsi espressamente a favore della legalizzazione. Renzi parla di “primo step”, ma non dimostra l’entusiasmo che caratterizza i suoi cavalli di battaglia sul tema.

NICCHIA SU DE GIROLAMO E PICCHIA SU CANCELLIERI

La sapienza mediatica di Renzi può essere colta tutta in questo breve passaggio. Spara a zero sul ministro Anna Maria Cancellieri, rivendicandone la richiesta di dimissioni, ma sul ministro Nunzia De Girolamo smorza i toni sostenendo velatamente la deprecabilità del comportamento e rispondendo apertamente: “Decide il Presidente del Consiglio”. Insomma, sulla figura barbina della De Girolamo meglio scindere tra la posizione del PD e quella del Governo. Se il ministro resta, la colpa è di Letta.

BASTONE E CAROTA SU LETTA

Il rimpasto è cosa “da vecchia politica” e “non m’interessa”. Renzi dunque continua con la sua linea: frustare il Governo per farlo lavorare, ma guai ad averci qualcosa a che fare. I renziani devono restare lontani dalle larghe intese perchè il leader del Pd non intende partecipare direttamente all’esecutivo. Così facendo ottiene una doppia retribuzione: può scegliere quando far cadere il governo e non rischia d’infilare i suoi in un Consiglio dei Ministri che difficilmente potrà riformare incisivamente il Paese nei prossimi mesi.

IL REBUS LEGGE ELETTORALE

Nessuna indicazione specifica sulla legge elettorale, ma Renzi insiste sull’abolizione del Senato. In risposta alla proposta di riduzione a 210 del numero dei Senatori da parte di NCD, il Sindaco replica che Alfano e i suoi avranno dei problemi con il Pd se non accetteranno la riforma istituzionale. Insomma, il braccio di ferro con la parte destra del Governo è pronto.

AVANTI COL PROGRAMMA ALL’INGLESE

Rispetto al programma del PD è tutta una magnificazione del Jobs Act e dei suoi innovativi contenuti. Astutamente Renzi si concentra su pochi temi ma significativi: mercato del lavoro, ripartizione dei fondi europei, misurazione delle performance della P.A. Risposta vaga sul basso indice della libertà economica in Italia, dove il segretario continua con la retorica anti-burocrazia, ma non offre spiragli a privatizzazioni e liberalizzazioni.


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