Skip to main content

Salvate il soldato Giovannini dai diktat di Renzi

Salvate il soldato Giovannini dalle liste di proscrizione di Matteo Renzi. Sarebbe veramente grave che un ministro della Repubblica fosse messo in discussione solo per aver dichiarato che talune proposte contenute nel Job Act (lo avete notato? La stampa amica ha cominciato, sua sponte,  ad aggiungere la ‘’s’’) richiederebbero un finanziamento per ora non sostenibile.

Così, il titolare del Lavoro e del Welfare – a sentire i media – sarebbe tra coloro che rischiano il posto, mentre altri ministri – di cui non si conoscono le iniziative adottate – continuerebbero a scaldare la poltrona. Oddio, anche le forze di opposizione hanno fatto la loro parte. Immaginiamo che la Lega si sarà resa conto di aver blindato, con il suo atteggiamento ostile, il ministro Cécile Kyenge, alla quale i militanti del Carroccio possono rimproverare ben poco (se non, dal loro inaccettabile punto di vista, il colore della pelle) visti gli scarsi risultati della sua azione di governo a favore dell’immigrazione.

Nel caso di Enrico Giovannini le cose stanno diversamente.  La sua rimozione sarebbe un grave errore. Come si può demeritare tanto commettendo, quanto omettendo, in egual misura si può anche meritare. La considerazione vale anche per il ministro, il quale ha svolto un ruolo più importante ed utile per ciò che ha ‘’omesso’’ (ovvero impedito che accadesse) che per quanto ha ‘’commesso’’ (operato perché avvenisse).

Intendiamoci: il “pacchetto lavoro” dello scorso anno – pur nell’ambito di risorse limitate – sta ottenendo dei risultati interessanti per quanto riguarda gli incentivi all’occupazione. Sempre in quella sede, sono state corrette, inoltre, alcune delle magagne più evidenti della riforma Fornero (legge n.92/2012), senza dar corso a veri e propri stravolgimenti, nella consapevolezza – ne prenda nota Giamburrasca Renzi – che il cantiere del diritto del lavoro non può restare continuamente aperto se non si vogliono destabilizzare le imprese costringendole a gestire una legislazione complicata e perennemente mutevole, proprio quando si predica la semplificazione.

Ma, a proposito delle benefiche omissioni, il ruolo di maggior rilievo, il ministro, lo ha svolto sul versante delle pensioni, impedendo, seppure sotto traccia, che prevalessero le spinte – presenti e pressanti tanto nei partiti di maggioranza  uanto in quelli d’opposizione – a gettare alle ortiche la legge Fornero. Il che avrebbe non solo sconvolto il quadro complessivo e di lungo periodo del risanamento dei conti pubblici, ma messo anche in dubbio – a Bruxelles e sui mercati internazionali – l’affidabilità del governo Letta, perché – piaccia o meno – è stata la riforma della previdenza, tanto criticata da noi, a consentirci di riconquistare quella fiducia che ha determinato livelli tranquillizzanti dello spread e il risparmio di miliardi per i tassi di interesse.

Grazie a Giovannini si sono accantonate per ora le proposte – devastanti sul piano finanziario – di “flessibilizzare” l’età del pensionamento (reintroducendo, in pratica, i trattamenti di anzianità) e sono state adottate misure a favore dei c.d. esodati, non demagogiche e compatibili sia con le risorse disponibili che con le esigenze effettive degli interessati.

Il ministero del Lavoro, inoltre, è impegnato a gestire delle operazioni e dei programmi molto importanti per quanto concerne l’occupabilità dei giovani. Con il nuovo anno è partito il progetto Younth Garantee: un programma europeo, corredato di risorse significative, che impegna i governi ad offrire ai giovani, poco dopo il termine dei percorsi scolastici, un lavoro o un’opportunità formativa.

Vi è poi da dare esecuzione a talune parti della riforma del mercato del lavoro del 2012  in cui è  già contemplata una dinamica più sostenuta delle politiche attive ed un completamento della riforma degli ammortizzatori sociali (con l’istituzione dei fondi di solidarietà, per esempio).

Enrico Giovannini assicura competenza, attenzione ai problemi e soprattutto, al pari del collega Fabrizio Saccomanni, garantisce per l’Italia in quei circoli internazionali che non guardano in faccia a nessuno.

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter