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Tutte le sfide impervie di Alfano, Mauro, Giannini, Passera e Boldrin

I tempi sembrerebbero maturi per portare a termine l’accordo sulla legge elettorale tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi andando diritti verso un sistema tripolare, che avrebbe il perno su Pd, Forza Italia e Movimento 5 stelle e che scoraggerebbe o indebolirebbe molto i partiti più piccoli che da un lato dovrebbero superare uno sbarramento sulla carta al 5% e di fatto molto più alto grazie ai collegi e dall’altro perderebbero la loro autonomia in quanto costretti a coalizzarsi per entrare in Parlamento. Nel frattempo, all’orizzonte spuntano le elezioni europee e la confusione sotto il cielo appare grande.

ALFANO, I POPOLARI, SCELTA CIVICA

Queste tre forze non sono lontane nella loro piattaforma politica e basterebbe leggerne i programmi per rendersene conto, tuttavia le questioni personali e i veti di credibilità reciproci bloccano il dialogo. I montiani non vogliono avere niente a che fare con un Angelino Alfano nato e rimasto per anni sotto i colpi di testa di Silvio Berlusconi, che nel 2012 buttò giù il governo di Monti e poi cavalcò una battaglia elettorale all’insegna della restituzione dell’Imu e della polemica con le élite europee. I Popolari di Mario Mauro sono addirittura una scissione di Scelta Civica determinata dalla decisione di Mauro e compagni di tornare ad agire in un contesto bipolare. Decisione non gradita dai montiani di stretta osservanza che derubricano l’atteggiamento del ministro della Difesa come un tradimento allo stesso Mario Monti e un ritorno a casa Berlusconi. In ultimo, Ncd (Nuovo Centrodestra) non ha aperto a nessuno che non venisse dal Pdl o non fosse esterno al circuito della politica, quindi rifiutato per ora ogni apparentamento con centristi di qualsiasi risma. Si aggiunge infine l’Udc, partito da superare anche per stessa ammissione del leader Pierferdinando Casini. Tra Casini e i Popolari c’è una certa unità d’intenti nel provare ad andare verso la costruzione di una lista moderata per le Europee, anche se non ci sono ancora certezze su questo fronte. Alfano ancora resiste ad aprire le porte, soprattutto per i sondaggi che danno Ncd al 6-7%, cioè capace di superare lo sbarramento senza imbarcare nessuno. Dalla sede del Ppe di Bruxelles però già si spinge in direzione della lista unica, come fonti interne al popolarismo europeo rivelano. E’ probabile che possa finire così: Scelta Civica non entra nel gioco popolare, mentre Udc, Popolari e Ncd vanno alla lista unica. Due i fattori fondamentali per capire se andrà così: il congresso del Ppe il 5-6-7 marzo e la tenuta di Ncd nei sondaggi. E’ comunque possibile che già da metà marzo si aprano spiragli per questo rassemblement.

(TUTTI GLI ALFANI ALLA PRIMA USCITA PUBBLICA DEL NUOVO CENTRODESTRA)

(ECCO LE DONNE DEL NUOVO CENTRODESTRA SCOVATE DAL FOTOGRAFO PIZZI)

(LE FOTO DELLE RIUNIONI DEI POPOLARI DI MARIO MAURO)

IL GUAZZABUGLIO LIBERALE

Nella galassia liberale e liberista il caos è ancor maggiore se possibile. E ovviamente, anche in questo caso, tutte le piccole forze hanno un programma molto simile. Da un lato Michele Boldrin con Fare che parla molto con Corrado Passera, il quale non entrerà in Fare, ma ha dichiarato di voler dar vita ad un proprio movimento politico che potrebbe andare in alleanza con Boldrin. Poi ci sono i malumori del Pli di Stefano De Luca entrato nella Federazione liberale promossa da Boldrin, ma con diversi problemi di convivenza sia per la personalità considerata da taluni eccentrica dell’economista veneto sia per l’impronta movimentista di Fare per fermare il declno che in parte contrasta con la collaborazione in fieri con l’ex banchiere ed ex ministro, Passera. E’ possibile dunque che il raggruppamento perda pezzi. Poi c’è Ali di Silvia Enrico – movimento fondato sotto gli auspici anche di Alessandro De Nicola e Oscar Giannino – che dopo un primo evento iniziale con qualche centinaio di persone è sostanzialmente sparita dai radar dei media. Questa associazione dialoga molto con Scelta Civica, soprattutto con Enrico Zanetti, Pietro Ichino e Benedetto Della Vedova, ma è probabile che la vittoria trascinante di Matteo Renzi nel Pd e le debolezza della stessa Scelta Civica abbiano indotto i liberaldemocratici a una pausa di riflessione dal dibattito politico, in attesa di capire verso dove muoversi. Ovviamente tra il gruppo di Fare e il duo Ali-Sc, le diatribe personali sulla gestione dell’allora Fermare il Declino e le diversità politiche nella campagna elettorale 2013, hanno reso impraticabile qualsiasi tipo di dialogo. Probabile che questo gruppo finisca così: la federazione liberale di Boldrin e Passera insieme, il Pli in solitaria come sempre negli ultimi anni, Ali e Sc in una lista comune probabilmente con i Radicali e altre associazioni sotto l’egida dell’Alde. Tuttavia, difficile fare previsioni considerate l’umoralità dei soggetti presenti nel gruppo e il deficit di strategia che ha dimostrato di affliggere tutti questi soggetti.

(TUTTE LE FOTO DI PIZZI CHE PIZZICA UN PASSERA SEMPRE PIU’ POLITICO)

FRATELLI NO EURO

Ultimo slot d’incertezza per Fratelli d’Italia (FdI). I sondaggi non danno previsioni che vedano la formazione guidata dal trio Giorgia Meloni-Ignazio La Russa-Guido Crosetto superare il 4%, ovvero la soglia di sbarramento per l’ingresso al Parlamento europeo. Nel frattempo il partitino che ha ereditato il simbolo di An non ha ancora un chiaro posizionamento europeo. C’è stato il contatto con i conservatori liberali di AECR, ma la maggioranza di FdI sembra orientata verso un anti-europeismo di stampo lepenista e, sul punto, c’è Gianni Alemanno a guidare la carica. Viene da chiedersi se in Italia possa essere una posizione lucrosa politicamente quando un colosso come Beppe Grillo sostanzialmente sostiene tesi simili (nel caos elettorale i distinguo non passano), ma a rete unificate e con una capacità di catalizzare l’attenzione molto maggiore. FdI si troverebbe così ad inseguire, restando oscurata sia dal comico genovese sia dalla Lega Nord di Matteo Salvini che già da settimane martella in tv con il no euro. Probabilmente a FdI converrebbe rifuggire dall’euroscetticismo per andare verso un eurorealismo di stampo nord-europeo ponendo l’attenzione su temi quali burocrazia, abbassamento della spesa pubblica europea, riduzione degli incentivi a pioggia, mercato unico e concorrenza. Sarebbe l’unico partito italiano ad avere posizioni così chiare di questo genere, ma sembra difficile che una base molto legato ai valori della destra sociale possa digerire questa opzione politica.

(PIZZI SCATENATO FRA GIORGIA MELONI E FRANCESCO STORACE. TUTTE LE FOTO)

(TUTTE LE FOTO DEI PROF. ANTI EURO)


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