di Roberta Galeotti
In questi giorni dell’anno si rinnova una delle più antiche tradizioni popolari della zona centrale d’Italia: il maiale.
Uno dei momenti più sereni e conviviali delle famiglie abruzzesi, appunto, raccolte intorno al re delle nostre tavole. Amici e parenti riuniti per aiutarsi reciprocamente ad affrontare la faticata più appassionante dell’intero anno.
Tradizione che da sempre rappresenta la ricchezza di una famiglia, sia in termini di scorta di cibo per l’anno a venire, sia come animale ingrassato con i resti dell’abbondanza.
Il giorno in cui si ‘ammazza e si spezza il maiale‘ rappresenta un momento importante per la famiglia. Si inizia con la colazione a suon di ‘padellaccia’, vino e buon pane casereccio.
Si prosegue assaggiando un po’ di carne qua e la e si finisce tutti a tavola a recuperare la stanchezza e il freddo della giornata.
Le cicolane (tipica salsiccia essiccata aquilana a forma di ferro di cavallo, ndr), il sanguinaccio, il fegato, il prosciutto, il guanciale, gli zampetti e la lonza… cosa non si mangia del nostro amico rosa?
La coppa, poi, raccoglie ogni ben di Dio e condita con buccia d’arancio e rum raggiunge l’apoteosi del gusto (assaggiare pezzetti di muso con sale e limone mentre si trita la coppa, ben dispone al lavoro e al freddo, mi hanno spiegato, ndr).
Al giorno seguente è, in genere, rimandata la lavorazione dello strutto e degli sfrizzoli.
Le tradizioni si dividono davanti ai tranci di carne da condire e le discussioni appassionate di compari dal vocione e dai baffi imponenti si susseguono; le quantità di sale, il pepe o il peperoncino sono gli argomenti più trattati.
Essere di Roio o di Paganica significa tramandare tradizioni differenti, da qui lo scontro titanico tra aspiranti norcini.
Maneggiare le salsicce per togliere l’aria o come appendere le cicolane ai bastoni perchè si asciughino, diventano argomento di dispute sanguinarie tra un bicchiere di vino e l’altro.
L’aria fredda e i bambini che gridano felici, il profumo umido del bollitore con la carne per la coppa, la goccia di grasso che cade dal salame appeso sulla tua testa… e infine la scarpetta nell’olio della pentolaccia!
Che sapori regala la nostra terra d’Abruzzo!