Dire che la reazione è stata stizzita è voler usare un eufemismo. Dopo il duro articolo di Guido Tricarico apparso su Giornalettismo.com, che ha fatto le pulci al patrimonio dei Radicali con “Marco Pannella, prestanomi, sodali e famiglia” che “hanno un grattacielo di morbidezza”, lo storico leader di mille battaglie ha reagito. E dai microfoni di Radio Radicale ha detto non solo che “non risulta esistere un giornalista che corrisponda a questo nome”, ma che ha provveduto personalmente a inviare l’articolo in questione ad un indirizzario di 40mila persone per saggiarne i commenti.
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ACCUSE
Ma perché Pannella si sarebbe tanto adontato? In quell’articolo si legge che “il mendicante che da decenni ci chiede un caffè al giorno è proprietario di un bar”. Come risulterebbe dai numeri dell’ultimo Comitato Nazionale di Radicali Italiani. E cita l’esempio di Emma Bonino che nel maggio del 2006 va al Ministero del Commercio Internazionale “e di lì a qualche mese Cecilia Maria Angioletti diventa sindaco della Sace Spa, che fornisce consulenza ed assistenza durante tutte le fasi dell’attività imprenditoriale per guidare le imprese all’estero e che è interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze“. Dopo altri dodici mesi la Angioletti “versa alla Lista Pannella un contributo di circa 360.000 euro; poi ne passano altri sette e, grazie Valerio Federico, tesoriere di Radicali italiani, che senza dubbio pagherà cara questa sua relazione all’ultimo Comitato nazionale, scopriamo che la Angioletti è presidente del Centro di produzione Spa, che edita Radio Radicale, e della Torre Argentina Spa, che ha la proprietà della sede del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito nell’omonima via romana, e che le sue società sono partecipate dalla Lista Pannella rispettivamente al 51,9% e al 75,2%”.
NUMERI
Insomma, è il (presunto?) denaro ad essere protagonista della querelle. Secondo la ricostruzione del Giornalettismo, il patrimonio netto del Centro di produzione Spa al 31 dicembre 2012 è di 7.304.336 euro, oltre a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, partecipazioni e azioni proprie, mentre la Lista Pannella, al 31 dicembre 2012, ha un patrimonio netto è di 4.812.321 euro, quasi altrettanti in crediti e partecipazioni.
REAZIONE
Pannella non ci sta e sul punto replica che, secondo una serie di numeri, “c’è un tesoretto nel Partito radicale che piange miseria e partendo da questo, la funzione è trasparente: quella di sputtanare attraverso delle notizie delle quali dovranno rendere conto”. Assicurando che se vi fosse una responsabilità giuridica, anche configurabile come penale e con dolo “nei nostri confronti, si tratta di vedere chi è e se sono 10 persone diverse collegate che si danno a questo tipo di opere da un po’ di tempo, credo che la verità potrà anche essere accertata”. L’ex segretario Marco Staderini non commenta e dice a Formiche.net che “non è questione che mi appassiona”.
QUERELLE
E’ l’ultima in ordine di tempo, ma nei passati dodici mesi non sono mancate frizioni e smottamenti all’interno di un mondo che lo scorso giugno aveva registrato la polemica tra Pannella e il tesoriere Michele De Lucia sui referendum, passando per gli ultimi giorni di Staderini da segretario prima di lasciare la poltrona a Rita Bernardini.
EMENDAMENTO
Era stato proprio Staderini a porre il problema politico degli assetti statutari e proprietari del Partito radicale: si era infatti battuto per approvare un emendamento alla mozione in occasione dell’ultimo Comitato di Radicali Italiani lo scorso 17 gennaio. L’emendamento in questione riguardava il fatto che il Comitato invitava gli organi dirigenti a chiedere al Senato del Partito “l’inserimento all’ordine del giorno della questione degli assetti statutari e proprietari della galassia radicale e della loro funzionalità per l’iniziativa politica”. In modo particolare indicava “la necessità di discutere in quella sede dei criteri di apertura e democrazia interna indispensabili per i soggetti costituenti di natura più direttamente politica, impegnati a garantire la vita e gli obiettivi del partito radicale sui vari fronti tematici e territoriali, e a discutere delle forme – statutarie e societarie – adeguate per una valorizzazione del patrimonio storico, politico ed economico finalizzata a proseguire quella storia e non a gestirne l’eredità”.
NO, GRAZIE
Sul punto però si era registrato il no sia del segretario Rita Bernardini che di Marco Pannella. Un passaggio che, ovviamente, pur non imputando direttamente una malagestione, di fatto pone un problema politico. Di questo Pannella ha annunciato di essere disposto a discutere.