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La danza dei tassi tra America, Turchia e Germania

In area euro tassi tedeschi in rialzo questa mattina, a fronte di un andamento in senso opposto del comparto periferico. Il fattore dominante è rappresentato dal parziale rientro delle tensioni sui mercati valutari emergenti dopo le decisioni della banca centrale indiana e soprattutto ieri di quella turca. Lieve ridimensionamento dei tassi anche sul mercato monetario.

Ieri la BCE ha di fatto mantenuto inalterata la liquidità dopo l’operazione di rifinanziamento a 7 giorni (drenaggio di circa 1Mld€) e di quella di parziale sterilizzazione dei titoli del piano SMP. Oggi è atteso il risultato della prima operazione a tre mesi del 2014 che, visto il basso ammontare in scadenza (circa 2Mld€), potrebbe portare ad un’immissione netta di liquidità, fattore quest’ultimo in buona misura alla base del citato calo questa mattina dei tassi Eonia. Sul fronte obbligazionario, attesa l’emissione del nuovo decennale tedesco fino a 5 Mld€.

Anche negli Usa tassi in rialzo dopo le notizie prima citate in arrivo dall’area emergente, in particolare dalla Turchia. Ieri il tasso decennale si era temporaneamente riportato sotto il 2,75% dopo il deludente dato sugli ordini di beni durevoli di dicembre, in parte bilanciato poi da indicazioni positive dall’indice sulla fiducia dei consumatori di gennaio, ai massimi da 5 mesi grazie soprattutto alla continua crescita della componente corrente, al massimo dall’aprile del 2008. Evidente in quest’ultimo caso l’impatto del continuo rialzo dei listini azionari.

Oggi il focus sarà sull’esito della riunione Fed, l’ultima presieduta da Bernanke che non sarà seguita da conferenza stampa. Il consenso è molto concentrato sulla possibilità di continuazione del tapering con un’ulteriore riduzione di 10Mld$ del piano di acquisti. A favore di questa tesi il tenore complessivamente positivo dei dati macroeconomici (suggellato dalla recente revisione al rialzo delle stime di crescita del FMI), la buona tenuta dei listini azionari, la sostanziale stabilizzazione del tasso decennale al di sotto della soglia del 3%, oltre alle dichiarazioni di diversi membri Fed a favore della continuazione del tapering.

Contro tale tesi alcuni dati macro in senso opposto (primo fra tutti il mercato del lavoro, alcuni dati del comparto immobiliare e gli ordinativi di beni durevoli) oltre alle turbolenze recenti sui mercati emergenti. Lo scenario di consenso risulta quello più logico al momento, sebbene non appare del tutto da scartare l’ipotesi di un tapering più moderato (nell’ordine ad esempio di 5 Mld$) nel caso in cui Bernanke, nell’ultima riunione da lui presieduta, volesse lasciar intendere agli operatori che il tapering non è un processo necessariamente lineare. Nel discorso sullo stato dell’Unione Obama ha confermato di voler procedere mediante decreto all’incremento del salario minimo per i nuovi assunti.



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