Alexis Tsipras nuovo idolo delle intellighenzie della sinistra italiana? Il leader del partito radicale ellenico del Syriza, in questi giorni in visita a Roma (anche ricevuto dal Papa), è protagonista della Lista Civile Tsipras, con cui lo storico gruppo di intellettuali che si rifa a Micromega e al Fatto Quotidiano intende candidarlo alla presidenza del parlamento europeo con un’apposita lista della società civile, presentata a Roma da Barbara Spinelli, Guido Viale e Marco Revelli, primi firmatari assieme ad Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais e Luciano Gallino di un appello pubblicato su MicroMega. Ma come cambia la percezione di due fogli come appunto la rivista di Flores d’Arcais e il quotidiano di Padellaro-Travaglio rispetto ad altri recenti “innamoramenti”?
ERA AMORE?
Da Flores a Maltese, una parte dell’intellighenzia progressista del Paese dopo aver assecondato il dipietrismo giustizialista, poi il grillismo anti Casta, quindi aver sperato nel cambiamento bersaniano, dunque nella rottamazione renziana (si legga un recente editoriale di Flores sul Fatto), ora si sposta a sinistra e fa assurgere Tsipras a nuovo nume tutelare, facendo di sicuro mugugnare Travaglio, orripilato da Vendola, e Repubblica, sempre più renziana. Proprio il quotidiano di largo Fochetti oggi con il vice direttore Massimo Giannini verga un’auspicata staffetta a Palazzo Chigi tra il premier e il segretario piddì.
MALTESE E SPINELLI
“Voterei volentieri per la sinistra riformista alle prossime elezioni europee se soltanto, in questi ultimi anni, fossi riuscito a capire quale sarebbe il progetto alternativo di Europa dei socialisti europei” osserva Curzio Maltese su Micromega di oggi, mettendo l’accento sul fatto che la proposta di Tsipras “è l’unica possibilità di un futuro diverso, di un’Europa ricostruita sul valore della solidarietà e non dei parametri economici”. Barbara Spinelli osserva, sempre dalle colonne del periodico di Flores d’Arcais, che “il futuro è in mano anche a chi chiede un Piano Marshall per l’Europa, come il leader della sinistra greca Alexis Tsipras”. L’obiettivo è “rompere il circolo vizioso della sola austerity e coinvolgere meglio i cittadini nelle scelte”.
FASCINAZIONI
Le recenti fascinazioni della intellighenzia della sinistra progressista sono iniziate con il giustizialismo tout court targato Antonio Di Pietro, sin da quando divenne ministro per poi passare i gradi sulle spalle di Beppe Grillo e della sua crociata anti Casta, che nel tragitto ha registrato però alcune battute di arresto: come i casi di epurazioni, la deriva decisionista del comico genovese e del suo guru Casaleggio, sino al caos degli ultimi giorni alla Camera. Ma non è tutto, perché poi da Genova la bussola intellettuale ha fatto segnare il punzone in direzione di Firenze, dove da Palazzo Vecchio è partita la riscossa rottamatrice di Matteo Renzi. Erano i giorni delle primarie del Pd con Pierluigi Bersani, dove il tifo per Renzi era assicurato. Salvo poi, nelle ultime settimane, scoprire che Renzi aveva in mente l’accordo con Berlusconi.
RENZUSCONI
Molteplici sono stati i titoli contro il sindaco di Firenze sul Fatto, reo secondo Padellaro e Travaglio di aver resuscitato il Cavaliere non solo facendolo accomodare al tavolo dell’Italicum nella sede del Pd, ma restituendogli quella patente politica che la decadenza gli aveva formalmente tolto. Anche lo stesso Flores d’Arcais in una lettera aperta dello scorso 29 gennaio osservava che “oggi nei sondaggi il Pd di Renzi ha oltre dieci punti di vantaggio su Forza Italia, eppure con la legge che vi apprestate ad approvare Berlusconi avrebbe altissime probabilità di vincere di nuovo”.
IL RICHIAMO DELL’EGEO
Per giungere sino a questo inizio anno dove, complice la deflagrazione della crisi greca lontanissima dall’essere risolta (si leggano i report del FMI sugli errori della troika, messa sotto accusa anche dal Parlamento europeo), ecco farsi largo Alexis Tsipras: Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli, Guido Viale hanno bussato alla sua porta per provare a issarlo come catalizzatore anti sistema di una vasta gamma di settori. Dalla cultura all’arte, dalla scienza alla società civile, dai delusi della politica classica ai pensatori che non scommetterebbero più un euro né su Vendola né su Renzi. Sarà lui dunque l’ancora di salvezza di quelle “menti al cachemire” che in Italia non trovano pace? E ancora, potrà essere una sorta di terza via tra il populismo di pancia anti Ue e la “politica classica” che fino ad oggi non ha osservato gli eurocomandamenti di De Gasperi, Adenauer e Spinelli?