Dopo aver dato la spallata finale al governo di Enrico Letta, una delle prime sfide con cui dovrà cimentarsi Matteo Renzi da presidente del Consiglio sarà la delicatissima partita per il rinnovo dei vertici delle maggiori aziende dell’Italia in cui il Tesoro, direttamente o indirettamente, ha una partecipazione o il controllo.
LE INDISCREZIONI DI REPUBBLICA
Nelle scorse settimane è stata Repubblica a sottolineare in un lungo articolo di Alberto Statera come il segretario del Pd studiasse già – anche nottetempo – curricula e compensi dei top manager ai vertici delle principali aziende di Stato. E sempre il quotidiano diretto da Ezio Mauro, in un secondo pezzo a firma di Francesco Bei e Roberto Mania pubblicato a stretto giro – e scandagliato in profondità in un fondo a firma del direttore di Formiche.net, Michele Arnese -, riportava i nomi più graditi all’inquilino del Nazareno.
I NOMI GRADITI
Tra questi – svelava il giornale di via Cristoforo Colombo – Giuseppe Giordo, amministratore delegato di Alenia Aermacchi; Vittorio Colao, ceo del colosso telefonico Vodafone, per l’Eni; o Andrea Guerra, capo azienda di Luxottica, che ha partecipato con passione alla Leopolda di Renzi.
I PIANI DI RENZI
Ma dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi, è il deputato renziano Angelo Rughetti a rivelare dalle pagine dell’Huffington Post quale potrebbe essere il piano del nuovo premier per una “rottamazione” dolce dei consigli di amministrazione delle aziende controllate o partecipate da via XX settembre.
ROTTAMAZIONE DOLCE
“La prassi politica ed amministrativa – spiega Rughetti – vuole che la procedura di rinnovo dei consigli di amministrazione avvenga nelle segrete stanze di alcuni ministeri e di alcuni salotti buoni: i soliti“. Ma il segretario del Pd e i suoi “fedelissimi” sarebbero contrari a questo metodo. “Penso che questa prassi sia sbagliata – aggiunge – e sia invece utile fare queste scelte (che legittimamente spettano al governo) alla luce del sole e seguendo dei criteri oggettivi“.
I CRITERI DA ADOTTARE
Ma come bisognerà procedere? Per il deputato renziano “sarebbe auspicabile… dare un incarico ad una agenzia indipendente” alla quale affidare il compito di “valutare il patrimonio netto delle aziende al 31 dicembre 2013 e confrontarlo con il valore che avevano ad inizio mandato” e identificare “conflitti di interesse” passati e presenti. Queste informazioni, prosegue Rughetti, dovrebbero essere “messe a disposizione di una commissione composta da 2 rappresentanti del governo, 2 rappresentanti delle commissioni Bilancio di camera e senato e 3 rappresentanti dei consumatori“. A questa toccherà il compito di effettuare una valutazione, poi resa pubblica e “messa a disposizione del governo” che deve decidere se confermare o cambiare gli amministratori, a cui dovrà far seguito la definizione di “un limite temporale ai rinnovi degli incarichi“, così come accade con i sindaci. Sia l’agenzia sia la commissione potrebbero inoltre valutare i curricula di chi si candida, con chiamata pubblica, a ricoprire tali incarichi. Un’operazione che, se attuata, porterà per il deputato renziano “a una spinta innovativa per le stesse aziende e di conseguenza per gli utenti/consumatori/risparmiatori/cittadini“.