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Così i destri Meloni, Storace e Alemanno marciano (non troppo uniti) verso le Europee

Un fine settimana di primarie per definire nomi, volti e simboli: così Fratelli d’Italia, la formazione di Giorgia Meloni e Guido Crosetto, decide di sciogliere i nodi relativi al dibattito sorto attorno alla destra italiana, balcanizzata tra sigle e movimenti che non sono ancora riusciti a trovare una sintesi. Sintesi che potrebbe essere rappresentata proprio dal simbolo di Alleanza Nazionale, da riproporre in occasione delle consultazioni europee di maggio.

FRATELLI D’ITALIA
L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno ha da tempo aderito alla pattuglia meloniana, con l’Officina per l’Italia, si dice strappando una candidatura di peso nella circoscrizione sud. Sulla possibilità di una lista comune con l’intero mondo ex An, il deputato di Fdi Achille Totaro dice a Formiche.net che arrivare alla soglia del 4% “non sarà facile”, e anche se non è in prima persona incaricato di condurre le trattative con gli esponenti del Movimentoxlalleanzanazionale “comunque qualcuno le sta conducendo”. Circa l’indiscrezione che proprio l’ex eurodeputata Cristiana Muscardini possa essere ricandidata con il Centro Democratico, Totaro osserva che “da una persona con la sua storia non me lo sarei aspettato, mi sembra un’iniziativa bizzarra, purtroppo credo sia finito qualsiasi senso di appartenenza e di ideali”. E aggiunge che con l’avvento di vari nuovi leader come Matteo Renzi si registra “ormai il nichilismo allo stato puro”.

MOVIMENTOXLALLEANZANAZIONALE
Dal fronte del Movimento per An è Francesco Storace a predicare attendismo, per una “elementare forma di rispetto”. Un minuto dopo la decisione da parte di Fdi su simbolo e leader, allora dirà ciò che pensa. Per ora risponde a Formiche.net sottolineando che “della Fondazione di An non mi interesso, è un problema che riguarda più Italo Bocchino, visto che briga tanto per entrarci”. E spiega: “Al momento c’è una situazione di stasi: attendiamo di conoscere che simbolo sceglieranno i Fratelli d’Italia, per una forma di rispetto verificheremo cosa vogliono fare e poi ognuno farà le proprie valutazioni”. La palla quindi passerà alla direzione nazionale e l’ex governatore del Lazio tiene a precisare che sull’argomento non aggiungerà una parola di più per non alimentare sterili polemiche, come non poche ce ne sono state in passato. “Vedrò, constaterò, proporrò”.

OBIETTIVO UNITARIO?
Punto di partenza il simbolo di An, aggiunge Storace, nella consapevolezza che “senza destra” tutto è più difficile. Il riferimento secondo l’ex ministro della Salute è a quanto accaduto in occasione delle elezioni regionali in Sardegna, dove vince la sinistra, con un astensionismo record per via del 50% degli elettori a casa. “Mancavano Grillo, il primo partito dell’isola, e il partito di Alfano, restano al palo sia Forza Italia che Fratelli d’Italia con il 2,7%”. E cita l’episodio di quando mancò la lista del Pdl alle regionali del Lazio nel 2010, con il risultato del 4%. Per cui il ragionamento è che se la prospettiva di un eventuale rassemblement destrorso sarà quello di superare il fatidico 4% è un conto, contrariamente “tutto ciò non mi appassionerebbe affatto”.

RIPROVARCI
Ma attorno a quel simbolo può crescere un consenso diffuso, continua Storace, “per cui vale la pena di riprovarci” con Roberto Menia e Adriana Poli Bortone, con i quali “ho condiviso fino ad oggi un’esperienza assolutamente bella, ritrovando amici che si erano persi dopo varie vicende politiche”.

RENZI VISTO DA DESTRA
Da destra parte anche una lettura degli ultimi fatti politici, con la staffetta Letta-Renzi. Il sindaco di Firenze si “beccherà l’appellativo di fanfaRenzi”, conclude Storace, perché “a febbraio annuncia la riforma elettorale, a marzo quella del lavoro, ad aprile quella del titolo V, a maggio quella fiscale, per fortuna ci ha lasciato giugno così potremo andare finalmente a votare”.

twitter@FDepalo



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