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I kapò(poco)comici e gli invisibili

E, tuttavia, gli italiani sembrano assegnare la palma del vincitore del duello a Renzi, se si va a dare un’occhiata a quel sondaggio. Li facevamo più fessi del dovuto? È possibile, perciò, che mettersi a salmodiare una manica di puttanate degne del peggior Hollywood – i buoni contro i cattivi, le rinnovabili contro i puzzoni, i cittadini onesti contro le Banche, l’osteria di campagna contro l’Europa – cominci a non pagare più?

Chissà. Io ero e resto convinto che esista, da qualche parte, tutta un’Italia nascosta che dei kapò(poco)comici è stufa, ma che non passa e non lascia passare le proprie giornate sulle reti nelle quali siamo avviluppati, che non è molto “social”, insomma: e noi non riusciamo nemmeno più ad accorgerci della loro esistenza, dell’esistenza di quelli che non sottostanno ai nuovi dogmi del Commento Indignato e dell’Insulto Civico, di quelli che sono i nuovi invisibili.

Comunque, i numeri non mi spaventano e basterà rassegnarsi a convivere – a debita distanza, magari – con una buona percentuale di stolti che credono che Obama sia un alieno massone e che l’AIDS l’abbia creato Paolo VI: vabbè. Si prenda un gruppo di cinque amici: tre sono in salute, uno è simpatico, ma scemo, e l’altro è antipatico e scemo. Ciascuno decida come sistemare i ruoli, ma mi pare che tutto rientri nella normalità, in fin dei conti.

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