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Disoccupazione giovanile in Europa, il dibattito della Fondazione Adenauer

Un’occasione per riflettere non solo su se stessi, ma soprattutto su dove va la nostra società. E su come i giovani, preparati e disoccupati, si orientano tra l’idea di Europa e il mercato del lavoro in tempi di crisi.

Questi i propositi di una tavola rotonda che la Fondazione Konrad Adenauer in Italia organizza il 5 marzo, Mercoledì delle Ceneri. L’appuntamento è per le ore 10 nella sede dell’Associazione Bancaria Italiana, a Palazzo Altieri, in Piazza del Gesù a Roma.

A fare i saluti di rito saranno il padrone di casa Antonio Patuelli, presidente dell’Abi e Martina Nibbeling-Wrießnig, ministro plenipotenziario dell’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania in Italia.
A seguire l’introduzione di Lydia Thorn Wickert, direttrice di Thornconcept, che lascerà poi spazio a Katja Christina Plate, direttrice della Fondazione Adenauer in Italia e moderatrice dell’incontro.

A intervenire sul valore della formazione in tempi di disoccupazione saranno un’artista, Sarah Schleich, la direttrice della Casa di Goethe, Maria Gazzetti, e il responsabile della Direzione sindacale e del Lavoro dell’Abi, Giancarlo Durante.

In un giorno così particolare come il Mercoledì delle Ceneri, già per la terza volta, la Fondazione Adenauer dedica un momento di riflessione e dibattito ad una questione sociopolitica, quest’anno la disoccupazione giovanile in Europa.

Il punto di partenza sarà proprio il quadro “La dette” della giovane artista lussemburghese Sarah Schleich. Il quadro simboleggia sia i debiti di studio dell’artista sia il valore della sua formazione artistica. perciò Sarah Schleich ha fissato come prezzo per il quadro i costi
della sua educazione all’Accademia dell’Arte: 18.306,19 euro. Siccome l’artista sta pagando a rate il suo credito di studio dal 2009, anche il prezzo del suo quadro sta calando. Sarah Schleich non può vivere delle sue opere d’arte. Sta svalorizzando la sua formazione per questo?

Questa è una domanda che si pongono tanti giovani oggi in Europa che non
riescono a trovare un lavoro corrispondente alla propria formazione professionale. Un’emergenza sociale che un dibattito aperto nei confini comunitari può contribuire a risolvere.



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