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Ecco come le Borse oscillano sugli umori di Putin

TASSI & CONGIUNTURA

L’andamento dei mercati continua ad aver come focus centrale l’evoluzione della situazione in Crimea. I segnali giunti da Mosca che hanno dato la percezione di un’invasione non imminente con l’ipotesi di intervento armato portata al rango di evento estremo, hanno avuto l’effetto di rassicurare gli operatori dopo le tensioni di lunedì. Di fatto la posizione russa appare oscillare tra posizioni meno dure ed ostentazioni di forza, come il lancio di prova di un missile intercontinentale, con nel mirino la data del prossimo referendum (30 marzo) in Crimea oltre alle presidenziali di aprile in Ucraina. Sui mercati di fatto si è avuta un’inversione dell’andamento registrato proprio lunedì. Il bund decennale è risalito tornando all’1,60% ed i titoli periferici hanno ripreso la corsa dei tassi al ribasso. Il tasso del Btp decennale italiano ha così raggiunto il minimo da fine 2005 con spread prossimo ai 180pb. Il focus degli operatori sembra essere soprattutto sul segmento decennale della curva, mentre più trascurato risulta il segmento a 30 anni, il cui spread vs il 10 anni è arrivato vicino ai 100pb, massimo da fine 2011. Oggi la riapertura del titolo a 5 anni tedesco (fino a 4 Mld€) offrirà un ulteriore test per verificare se la domanda complessiva sarà ancora inferiore all’offerta complessiva, come accaduto recentemente per le emissioni sul comparto a 10 e 30 anni. In caso affermativo, si potrebbe trattare di un ulteriore indizio della “sete di rendimento” che sta guidando le scelte degli investitori da inizio anno e di cui sta beneficando soprattutto l’area periferica che di fatto da inizio anno sta vivendo una permanente fase di risk-on. Sul fronte macro, segnali incoraggianti dall’indice Pmi servizi italiano di febbraio, arrivato al massimi da marzo 2011.

Negli Usa tassi complessivamente in rialzo in una giornata senza spunti macro di rilievo. Oggi si riprenderà con la pubblicazione di dati macro di rilievo tra cui l’Ism non manifatturiero ed il sondaggio ADP, importante in vista dei dati sul mercato del lavoro di venerdì.

VALUTE

Euro in lieve deprezzamento vs dollaro mentre si contrappongono le view dei vari analisti a favore o meno dell’ipotesi di interruzione della sterilizzazione del piano SMP in vista della riunione BCE di domani. Primo supporto in area 1,37. Parziale recupero del rublo, e delle altre valute del comparto emergente che erano state penalizzate dalla vicenda ucraina, dopo l’annuncio del ritiro delle truppe russe dai confini con l’Ucraina. Nel frattempo il real sta continuando la fase di apprezzamento in atto da metà febbraio. Piuttosto stabile lo yen questa notte dopo il deprezzamento generalizzato di ieri in scia ai forti rialzi delle borse mondiali. Verso dollaro si è deprezzato al ritmo maggiore da circa due mesi. Il cambio vs euro questa mattina continua ad oscillare sopra quota 140: la prima resistenza si colloca a 141,20. Questa notte abbiamo inoltre assistito ad un apprezzamento generalizzato del dollaro australiano dopo che il PIL del quarto trimestre ha evidenziato una crescita (+2,8% su base annua) maggiore di quella stimata dagli analisti. Il cambio vs euro è cosi tornato ad oscillare in area 1,53 allontanandosi dalla forte resistenza a quota 1,5450.

COMMODITY

Torna a calare l’indice generale delle materie prime dopo che le commodity più favorite lunedì dalla vicenda Ucraina (oro e greggio in particolare) hanno ieri quasi interamente annullato i guadagni. Andamento negativo quindi sia per il settore energia (-1,4%) che per i metalli preziosi (-1%) con l’oro tornato ad oscillare in area 1335$/oncia. Al contrario, il comparto agricolo ha chiuso ieri in rialzo (+1,3%) visto che grano e mais hanno esteso i guadagni di lunedì con quest’ultimo tornato sul livello massimo da un semestre. In controtendenza si è invece mosso il caffè che è stato penalizzato sia da una marcata crescita del raccolto in Colombia nel mese di febbraio (+40% a/a) sia da motivi tecnici (il future aveva infatti toccato il massimo da oltre due anni). Andamento positivo anche per i metalli non ferrosi (+1,9%) grazie alle minori tensioni russe e dopo che la Cina ha confermato il target di crescita nel 2014 al 7,5%. In forte rialzo il nichel tornato al livello massimo da nove mesi circa. In rialzo questa mattina l’olio di palma (tornato al massimo da un anno e mezzo) dopo che le previsioni meteo sono attese peggiorare nel Sud-est asiatico danneggiando così il raccolto. Il rialzo è ricollegabile anche al potenziale impatto che il fenomeno atmosferico “El Nino” potrebbero avere sul raccolto.

AZIONARIO

Martedì particolarmente positivo per i listini azionari mondiali sulla scia delle diminuite tensioni tra Ucraina e Russia dopo le parole del presidente russo Putin. L’indice MSCI World ha guadagnato l’1,3% recuperando quanto perso lunedì. Negli Usa l’indice S&P500 è salito addirittura al nuovo record storico. In Europa tutti i principali listini azionari hanno chiuso in rialzo con quello italiano che ha registrato la performance migliore (3,6%), seguito da quello spagnolo, francese e tedesco con guadagni nell’ordine del 2,5%. L’indice Stoxx 600 ha guadagnato il 2,1% mettendo a segno il rialzo maggiore dallo scorso luglio. Tutti i settori hanno chiuso in positivo con il comparto auto (3%) che è stato il migliore. La maggior parte dei settori ha avuto performance intorno al 2%, mentre tra le eccezioni meno positive troviamo gli energetici (1,2%) e le risorse di base (1,3%). In Italia il Ftsemib ha messo a segno un corposo rialzo confermandosi l’indice migliore della giornata in Europa, con volumi in aumento. Forti rimbalzi tra i titoli bancari che erano stati tra i più venduti ad inizio settimana. In rialzo anche quelli del mercato gestito. Particolarmente positiva Fiat (4,4%) in linea con il forte rialzo del settore auto europeo ed all’aumento delle immatricolazioni a febbraio. In generale sono stati registrati rialzi un po’ su tutti i comparti, con tutti e 40 i titoli del Ftsemib che hanno chiuso in positivo. Questa mattina in apertura si assiste a lievi prese di profitto sulle borse europee nelle fasi iniziali degli scambi. Negli Usa i listini azionari hanno chiuso in positivo con l’indice S&P500 che ha registrato un nuovo massimo storico oltre i 1873 punti. I volumi sono leggermente aumentati rispetto alla giornata precedente anche se sono stati più bassi rispetto a quelli di fine febbraio. La volatilità che era salita ad inizio settimana è tornata a contrarsi, con l’indice Vix sceso da oltre il 16% al 14%. L’indice Nasdaq Composite è salito ai massimi dall’aprile del 2000 ed il Russell 2000 (rappresentativo delle società a bassa capitalizzazione) è salito al nuovo record. Tutti i principali 10 settori dell’indice S&P500 hanno chiuso in positivo con la parte del leone giocata dai finanziari (2%). In evidenza anche gli industriali (1,6%) e l’healthcare (1,9%). Tra i tecnologici in rialzo di oltre il 3% Qualcomm dopo aver annunciato l’aumento del dividendo e del piano di buyback. Oggi sono in programma alcuni dati macro importanti nel pomeriggio che potrebbero impattare sulle quotazioni qualora risultassero lontani dal consenso. Sul fronte emergente lieve rimbalzo per l’indice MSCI EM (0,6%) che però ha guadagnato molto meno dell’ammontare perduto lunedì (-1,6%). Tra i listini spicca il rimbalzo di quello russo e delle borse dell’Est Europa. La borsa russa ha messo a segno un rialzo di oltre il 5% dopo i segnali di distensione arrivati dalle parole di Putin. Rialzi superiori al 2% per i listini ungherese, polacco e turco. Tendenzialmente positivi i listini dell’America latina (la borsa brasiliana è chiusa per carnevale e riaprirà oggi) e del Medio Oriente/Africa, miste le asiatiche ieri. Questa notte si è assistito ad un rialzo della borsa giapponese in linea al deprezzamento dello yen di ieri. Tendenzialmente positivi gli altri listini asiatici stanotte ad eccezione di quelli cinesi su timori un default di un bond corporate della Chaori Solar Energy Science & Technology il prossimo 7 marzo. I timori hanno avuto la meglio sulla conferma del target di crescita al 7,5% per il 2014 da parte del premier Li durante la conferenza annuale del partito comunista a Pechino.



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