TASSI & CONGIUNTURA
In area Euro tassi in calo, in modo particolare in ambito periferico. Il calo è stato più pronunciato nel pomeriggio, in corrispondenza di un’inversione in negativo dei listini azionari sulla scia di timori di aumento delle tensioni in Crimea. I titoli dell’area sono stati utilizzati in un’ottica di fligth to quality in misura maggiore rispetto anche a quelli Usa. A testimonianza di ciò la continuazione dell’allargamento del differenziale di tasso Usa-Germania sul comparto decennale, arrivato in prossimità dei 120pb. Sul fronte Crimea, fonti di stampa hanno segnalato l’incremento delle basi militari controllate dalle truppe russe. La Nato dal canto suo ha risposto facendo alzare in volo da Romania e Polonia gli aerei radar per monitorare gli sviluppi in Ucraina. La Russia, tramite il ministro degli esteri, ha annunciato l’imminente presentazione di un suo piano per la soluzione della crisi, bocciando di fatto quanto proposto dagli Usa che contemplava al primo punto lo stop all’avanzata delle truppe russe.
QUI FRANCOFORTE
Sul fronte BCE, il neo membro tedesco Lautenschläger (unica donna del board), in un’intervista al WSJ ha dichiarato che la BCE ha ancora spazi di manovra annoverando tra questi ultimi il passaggio in negativo del tasso sui depositi. Pur associandosi alle perplessità espresse dalla Bundesbank sul piano OMT, l’esponente tedesco si è però detta favorevole ad acquisti di asset come ad esempio le ABS “plain vanilla”. Su questo punto occorrerà attendere le decisioni del Comitato di Basilea in tema di allentamento dei requisiti patrimoniali. Oggi la BCE pubblicherà dettagli aggiuntivi sul tema Asset Quality Review. Su questo punto FT riporta che le banche tedesche avrebbero ottenuto la sostanziale esenzione dalla presentazione dei dettagli sui mutui residenziali. Nel frattempo, l’istituto tedesco DIW si è detto a favore di un piano di acquisti di titoli governativi per un importo di 60Mld€ mensili, per contrastare le spinte deflattive. Sul fronte emissioni, oggi è attesa l’emissione sindacata di un titolo a 20 anni del Belgio, oltre alla riapertura del 3 anni olandese fino a 3,5Mld€. Intanto ieri il MEF ha annunciato per giovedì l’emissione fino a 7,75Mld€ sui comparti a 3,7,15 e 30 anni.
Negli Usa tasso decennale sostanzialmente stabile. A differenza degli analoghi tedeschi, i titoli Usa non hanno di fatto beneficiato di acquisti giornalieri in ottica fligth to quality, in parte anche per il timore che la tendenziale diminuzione dell’avanzo commerciale cinese possa indurre la Cina a ridurre gli acquisti di titoli Usa. Oggi inizia la prima delle tre giornate di emissioni, con un’asta sul comparto a 3 anni per 30Mld$.
VALUTE
Euro in deprezzamento questa mattina avvicinandosi a quota 1,3850. Il cambio si sta mostrando abbastanza stabile, probabilmente in attesa degli sviluppi in Crimea ed in vista anche dei dati macro più importanti concentrati nella giornata di giovedì sia per l’area Euro (inflazione francese) sia per gli Usa (vendite al dettaglio). Nel breve i primi supporto si collocano a 1,3840 e 1,38. Yen ancora stabile nella seduta di ieri mentre stamattina si sta assistendo ad un lieve apprezzamento della valuta nipponica vs euro con il cambio che si muove intorno a quota 143 complice la debolezza dell’eurodollaro. Durante la notte la BoJ non ha apportato alcuna modifica alla politica monetaria espansiva, ribadendo l’impegno ad incrementare la base monetaria ad un ritmo annuale di 60.000-70.000 Mld yen. Il governatore dell’Istituto, Kuroda, ha dichiarato che al momento non occorre effettuare alcuna modifica all’attuale politica monetaria, anche se ha ribadito l’impegno ad intervenire qualora fosse necessario. Riguardo all’andamento dell’economia, Kuroda si attende un proseguimento della fase di recupero anche se le esportazioni hanno evidenziato di recente un andamento inferiore alle attese della BoJ. Il governatore ha inoltre ribadito l’attesa per il raggiungimento di un’inflazione intorno al 2% nel corso del primo semestre del prossimo anno, mentre riguardo all’incremento dell’Iva, che partirà il prossimo mese, Kuroda ha sottolineato di non attendersi un effetto negativo sull’economia come avvenne nel 1997. Sul fronte emergente, i timori di un rallentamento dell’economia cinese ed un ritorno delle tensioni in Ucraina hanno impattato su tutte le principali valute del comparto ed in particolare quelle dell’Est Europa, con la lira turca risultata la peggiore. In controtendenza invece continuano a muoversi, anche questa mattina, la rupia indonesiana e quella indiana con quest’ultima che ha toccato vs dollaro i livelli massimi da sei mesi su attese di un miglioramento del deficit commerciale del Paese.
COMMODITY
Inizio di settimana negativo per le materie prime con l’indice GSCI ER calato dello 0,9%. Ad eccezione dei metalli preziosi (0,2%), che hanno leggermente beneficiato delle tensioni in Ucraina, gli altri settori hanno chiuso in negativo. Nel settore agricolo (-1,3%) ci sono state marcate prese di profitto su mais, soia e grano dopo il report USDA che evidenziato scorte abbondanti. In controtendenza il caffè (3,3%) che continua la propria corsa al rialzo. Male anche i metalli non ferrosi (-0,9%) con il rame in forte calo (-2,1%) al minimo dallo scorso giugno penalizzato dai dati cinesi. In calo anche il ferro con consegna in Cina calato di oltre l’8% sui minimi dall’ottobre 2012. Infine giornata negativa anche per gli energetici (-1,1%) con prese di profitto su Brent e WTI.
AZIONARIO
Ieri le borse europee hanno chiuso miste con quella tedesca che si è confermata ancora una volta la peggiore avendo perso poco meno dell’1%. Il listino tedesco è quello che di recente ha mostrato la maggiore sensibilità alle notizie relative alle tensioni in Ucraina. E’ proseguita la maggiore forza relativa dei listini dei paesi periferici con il Ftsemib e l’Ibex in lieve rialzo anche se i volumi sono stati molto inferiori rispetto alla media degli ultimi 5 giorni. In generale ieri dopo una partenza positiva si è assistito ad un cambio d’inversione nel pomeriggio sulla scia della notizia di ulteriori tensioni in Crimea. Nella fase finale degli scambi le perdite si sono ridimensionate con alcuni listini tornati in positivo. L’indice europeo Stoxx 600 ha perso ieri lo 0,5% con quasi tutti i settori in calo tranne poche eccezioni (ad esempio le costruzioni hanno guadagnato lo 0,6%). Tra i settori peggiori figura ancora una volta quello legato alle risorse di base (-2,2%) penalizzato in particolare dal forte calo dell’export cinese a febbraio e dalle tensioni in Ucraina. Ancora negativo il settore auto (-1,8%), ribassi anche per media (-1,8%), tempo libero (-1%) e real estate (-1%). A Milano il Ftsemib ha chiuso in rialzo dello 0,6% con tendenziali acquisti sul settore bancario. Lieve rialzo per Fiat (0,2%) nonostante il cattivo andamento del settore auto europeo. Poco sopra la parità alcuni titoli energetici come Eni (0,5%), Enel (0,4%) e Snam (0,5%). Ancora in evidenza A2A (3,4%) sulla speculazione di movimenti nell’azionariato. Questa mattina le borse europee hanno aperto leggermente sopra la parità. Negli Usa continua la fase di consolidamento sui massimi con i listini che hanno chiuso nuovamente intorno alla parità in una giornata caratterizzata dall’assenza di dati macro di rilievo. L’indice S&P500 ha chiuso praticamente invariato con la maggior parte dei settori stabili. Alcune eccezioni sono state il lieve rialzo dell’healthcare (0,4%) ed il calo degli industriali (-0,5%). I volumi sono stati molto inferiori rispetto alle giornate precedenti con la volatilità misurata dall’indice Vix che continua ad oscillare intorno al 14%. I future questa mattina sono stabili. Sul fronte emergente l’indice MSCI EM ha chiuso in calo per la seconda volta consecutiva (-1,2%) penalizzato dai dati macro cinesi e dalle tensioni in Ucraina. Male i listini asiatici ieri dopo la contrazione inattesa delle esportazioni cinesi. In ribasso anche i listini dell’Est Europa e quelli dell’America Latina dove spicca la discesa della borsa brasiliana. L’indice Bovespa ha perso l’1,5% calando ai minimi da 8 mesi a causa dell’andamento negativo di alcune società minerarie come ad esempio Vale Sa (-2,7%), penalizzata dal calo del ferro. Le società minerarie pesano per il 35% dell’indice, rendendo il Brasile particolarmente sensibile alle notizie in arrivo da tale settore. Questa notte invece si è assistito ad un rialzo generalizzato delle borse asiatiche che hanno messo a segno un tentativo di rimbalzo alla luce della chiusura invariata di Wall Street e del forte calo avvenuto nella sessione precedente. Positivo il Giappone (0,7%) dopo il nulla di fatto della BoJ. Un’eccezione al sentiment positivo è stata l’India, in lieve calo, dopo i rialzi dell’ultima settimana.