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Lo sapete che la Russia ha già iniziato una guerra cibernetica contro l’Ucraina?

Mentre la diplomazia prosegue stancamente il suo corso, la Russia, senza perdere tempo, avrebbe deciso di mettere in ginocchio l’Ucraina con un’arma silenziosa e invisibile: i cyber attacchi.

I PRIMI ATTACCHI
A riportare cosa stesse accadendo era già stata la scorsa settimana Reuters, secondo cui i principali sistemi che tengono in piedi le strutture di telecomunicazione del Paese andavano a rilento a causa di una precisa serie di attacchi cibernetici. La fonte degli aggressori – specificava l’agenzia – sarebbe stata individuata in Russia, da dove sarebbero inoltre partite diverse procedure volte a “interferire con i telefoni cellulari dei membri del parlamento ucraino“.

LA CONFERMA DI BAE SYSTEMS
Una violazione confermata pochi giorni fa da Valentyn Nalivaichenko, capo dei Servizi di Sicurezza dell’Ucraina (SBU) e rilanciata da Nigel Inkster, esperto britannico del settore cyberwar, che dopo aver prestato servizio per molti anni per i servizi d’intelligence di Londra (MI6) lavora oggi alla Divisione guerra elettronica della società Bae Systems, colosso britannico tra le più grandi compagnie al mondo del settore difesa.

IL PERICOLO VIENE DALLA RUSSIA
Inkster ha riferito al quotidiano inglese Financial Times che “in termini probabilistici, la lista dei sospetti si riduce a un unico soggetto“. I suoi creatori, ha detto, sembrerebbero operare in una zona all’interno del fuso orario di Mosca e “nel codice-base” si riscontrerebbero “elementi di testo in lingua russa“. Fosse confermata, la notizia rimarcherebbe l’uso scientifico che il Cremlino fa dello strumento cyber, a sostegno del quale dispone di una divisione speciale già messa alla prova nel 2007 con una serie di attacchi DDos (“distributed denial of service”) contro l’Estonia, nel 2008 nei confronti della Georgia prima di invaderla o, ancora, durante la recente crisi siriana.

L’OFFENSIVA DI SNAKE
Questa volta l’offensiva, secondo Bae, sarebbe stata condotta attraverso il temibile virus Snake (serpente, in italiano), una minaccia informatica particolarmente aggressiva, in grado di sabotare tutti i filtri e di assicurare agli hacker che lo manovrano “pieno accesso remoto al sistema compromesso“, ha detto Inkster specificando che il virus è stato chiamato così perché in grado di rimanere inerte e nascosto per parecchi giorni.
La società britannica, sostiene che “ben 32 dei 56 attacchi tramite Snake registrati negli ultimi 4 anni sarebbero stati scagliati contro Kiev“. Di questi, 8 sono avvenuti nel 2013 e 14 dall’inizio di quest’anno con un aumento direttamente proporzionale all’acuirsi della crisi ucraina.

IL PRECEDENTE AMERICANO
Snake presenta, a parere degli esperti, molte analogie con Stuxnet, il malware con cui Washington e Tel Aviv sabotarono nel 2010 i computer che gestivano la fase di arricchimento dell’uranio iraniano creando gravissimi danni al programma atomico di Tehran.

LA DENUNCIA DEGLI USA
Eppure sono proprio gli Usa – ancora nell’occhio del ciclone proprio in questo frangente per il caso Datagate – che in queste ore, attraverso le dichiarazioni del nuovo numero uno della National Security Agency, l’ammiraglio Michael Rogers, hanno fatto sentire la loro voce contro gli attacchi cibernetici russi. Il responsabile dell’agenzia che guiderà anche il Cyber Command statunitense, racconta Bloomberg Businessweek, in un’audizione al Senato tenuta l’altro ieri si è detto certo che la mano dietro l’offensiva contro Kiev sia quella della Russia.

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