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Qual è lo stato di salute della rete elettrica statunitense

La rete elettrica statunitense è fragile. E’ quanto afferma uno studio della Ferc (Federal Energy Regulatory Commission) statunitense in un rapporto il cui contenuto è stato reso pubblico dal Wall Street Journal e secondo cui basterebbe mettere fuori uso 9 sottostazioni elettriche ‘chiave’ delle 55.000 sottostazioni del paese per mandare in completo blackout gli Stati Uniti.

LA PREOCCUPAZIONE PER GLI ATTACCHI

Gli attacchi fisici alle reti elettriche stanno destando preoccupazione pari, se non superiore, alla paura di eventuali cyber-attacchi oggi che l’automazione comanda e controlla gran parte dei sistemi. Nell’ottica di garantire la sicurezza nazionale una rete elettrica sostanzialmente vulnerabile non fa dormire sonni tranquilli a molti. Attualmente non ci sono regolamenti che richiedono la protezione per le sottostazioni chiave (ad eccezione di quelle in prossimità di centrali nucleari), ma a breve le cose potrebbero cambiare.

LA SUDDIVISIONE IN TRE AREE

La rete elettrica statunitense è divisa in tre aree principali tra loro poco interconnesse: Est, Ovest e Texas e quindi poco in grado di darsi un aiuto reciproco in caso di guasto. All’ordine del giorno è migliorare la resilienza della rete richiedendo sicurezza fisica per i siti più critici della rete. I proprietari di impianti e gli operatori di rete dovranno effettuare una valutazione dei rischi per identificare le strutture che sono critiche, una volta che tali strutture sono state individuate gli operatori dovranno valutare le potenziali minacce e implementare un piano di sicurezza.

L’EFFICACIA DEGLI ATTACCHI

Un assaggio di cosa può succedere ad una stazione elettrica in caso di attacco è avvenuto lo scorso aprile quando in California durante la notte ignoti hanno aperto il fuoco per poco meno di 20 minuti sulla sottostazione Metcalf della Pacific Gas and Electric Company mettendo fuori servizio 17 trasformatori. Un evento che sollevato questioni circa l’eccessiva vulnerabilità della rete  dimostrando che gli attacchi non hanno bisogno di essere particolarmente raffinati per essere efficaci.

Secondo l’ ex-presidente della FERC Jon Wellinghoff comunque  il problema della sicurezza non è insormontabile in quanto “ci sono probabilmente meno di 100 sottostazioni ad alta tensione critiche nella nostra rete elettrica che hanno bisogno di essere protette da un attacco fisico”, quindi non servirebbero enormi risorse per garantire la sicurezza della rete ed evitare giganteschi blackout.

COME GARANTIRE LA PROTEZIONE

In qualche modo, la protezione contro un attacco fisico può essere più facile della protezione contro un attacco informatico. Dal momento in cui la rete è stata costruita, le utilities e gli operatori di rete sono stati in grado di proteggere fisicamente le strutture dagli eventi più disparati e di risolvere e gestire i guasti, ma un cyber attacco ben congegnato potrebbe mettere in crisi anche le persone più esperte che potrebbero trovarsi di fronte ad una successione di eventi non pianificata e quindi non facilmente risolvibile senza mandare fuori servizio buona parte della rete elettrica del paese.

Leggi l’articolo sul blog di Assoelettrica

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