Alcune volte uno se le va proprio a cercare. Prendi Mauro Moretti: “Lo Stato può fare quello che desidera” –ha detto – ma se si ridurranno gli stipendi dei super-manager “sconterà che una buona parte di manager vada via”. “Io prendo 850 mila euro l’anno” –ha continuato l’AD- “il mio omologo tedesco ne prender tre volte e mezzo tanti”.
Immancabili le reazioni della rete, i quali commenti –per motivi di ragionevolezza- non trovo di buon gusto riportare.
È facile immaginare però che nessuno degli utenti sentirebbe la sua mancanza nel caso decidesse di prendere uno dei suoi treni ed emigrare verso migliori lidi. Ed è altrettanto sensato affermare che le sue minacce di andarsene siano offensive, fuori luogo.
Sono offensive nei confronti della stragrande maggioranza delle persone, che 850 mila euro non li hanno mai visti e mai li vedranno. E sono fuori luogo in virtù del fatto che lo stipendio che percepisce non è affatto proporzionato al servizio che il super manager offre agli italiani, con il servizio ferroviario tra i più scadenti d’Europa.
Se Moretti se ne vuole andare pazienza. Ce ne faremo una ragione.