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Tutte le mosse (vere e false) nella corsa a segretario generale della Nato

Dopo l’addio a Palazzo Chigi, il futuro di Enrico Letta, secondo le voci che in queste ore si moltiplicano sui media, potrebbe essere a capo della Nato.

L’indiscrezione ha preso quota nei giorni scorsi, quando è stata rilanciata da tutti gli organi di stampa, che hanno evidenziato accanto al nome dell’ex ministro degli Esteri Franco Frattini, finora l’unico candidato ufficiale per guidare l’Alleanza Atlantica, quelli dell’ex premier pisano e del laburista norvegese Jens Stoltenberg.

LA POSIZIONE ITALIANA
Secca è stata la smentita della Farnesina, che ha ricordato come la candidatura di Letta a segretario generale della Nato “non è mai stata proposta“. “Credo anche – ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini a margine dei lavori del summit per la sicurezza nucleare che si tiene a L’Aja – che lui stesso non abbia interesse. È una candidatura discussa solo a livello giornalistico“.
Non giochiamo con le persone“, ha aggiunto la Mogherini riferendosi a Letta. “Sulla candidatura a segretario generale“, ha spiegato la titolare della Farnesina, “abbiamo affermato tre principi generali: innanzitutto che ci sia una soluzione di consenso ampio e totale su una figura che possa rappresentare tutti gli alleati, soprattutto in questo momento particolare. Secondo punto, una candidatura di altissimo profilo politico: terzo, una candidatura che presti un’attenzione a quello che si definisce il vicinato, ossia l’aria del sud del Mediterraneo, e dell’Europa dell’est. Queste – ha concluso – sono le linee guida che esprimono la posizione italiana“.

LE DIVERSE POSIZIONI
Parole che lascerebbero intendere che Palazzo Chigi punti ancora su Frattini, almeno ufficialmente. Un nome, quello dell’ex ministro degli Esteri, su cui nessuno ha alzato gli scudi. Ciononostante l’unità sarebbe comunque a rischio. Assieme ai nomi circolati in queste ore – come spiega Anna Mazzone su Panorama – “sono affiorati anche tanti mal di pancia“. All’improvviso è saltato fuori l’ex premier norvegese Stoltenberg, un nominativo trapelato last minute dallo staff della Casa Bianca e sul quale sembra ci sia il placet di Angela Merkel.
Ma la candidatura del norvegese – continua l’analisi – non è stata gradita “da almeno una decina di Paesi che hanno alzato gli scudi. Francia in testa che, durante una riunione informale la scorsa settimana, ha espresso forti perplessità per la candidatura “non trasparente” di Stoltenberg, un nome… calato sul tavolo” in poco tempo dagli Usa.

LE INDISCREZIONI
Tuttavia, gli ultimi retroscena provenienti dai corridoi politici suggeriscono come attorno al dualismo  tra Letta-Frattini, si giochi una partita tutta interna al Partito Democratico. L’ex presidente del Consiglio non sarebbe a tutti gli effetti interessato a prendere il posto del danese Anders Fogh Rasmussen, ma punterebbe ad un posto di rilievo nella prossima Commissione europea, un incarico conteso con Massimo D’Alema. Nodi che deve sciogliere il nuovo premier Matteo Renzi, alla ricerca di un difficile equilibrio interno al Nazareno. Questa situazione, secondo alcuni osservatori, avrebbe spinto il segretario del Pd (che pure aveva assicurato il suo impegno in tal senso a Napolitano) a “scaricare” Frattini e tirare fuori il nome di Letta (un’ipotesi trapelata già al congresso del Ppe a Dublino). Per altri osservatori, forse più maliziosi, la mossa di Renzi invece serve a dividere l’opposizione interna, costringendo il fronte di Cuperlo (vicino a D’Alema) e quello dei lettiani (che contano sul sostegno di Bersani) a non poter fare squadra contro l’ex sindaco di Firenze.

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