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Ecco il forzuto e inatteso discorso di Bagnasco sulla famiglia

E’ stato durissimo e inaspettato l’attacco che il presidente della conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, ha sferrato all’ideologia del gender. L’occasione era data dal Consiglio permanente della Cei che si è aperto martedì a Roma. Nel corso della prolusione, Bagnasco – dopo aver toccato vari altri punti, come il problema della disoccupazione – ha parlato dell’educazione.

LA SOCIETA’ HA IL DOVERE DI NON CORROMPERE I GIOVANI

Il cardinale arcivescovo di Genova fissa una data: il 10 maggio prossimo in piazza san Pietro con il Papa: “Davanti a lui e con lui, riaffermeremo l’urgenza del compito educativo; la sacrosanta libertà dei genitori nell’educare i figli; il grave dovere della società – a tutti i livelli e forme – di non corrompere i giovani con idee ed esempi che nessun padre e madre vorrebbero per i propri ragazzi; il diritto a una scuola non ideologica e supina alle mode culturali imposte; la preziosità irrinunciabile e il sostegno concreto alla scuola cattolica”. E proprio su questo punto, Bagnasco va oltre: la scuola cattolica è un patrimonio storico e plurale del nostro Paese, offrendo un servizio pubblico seppure in mezzo a grandi difficoltà e a prezzo di sacrifici imposti dall’ingiustizia degli uomini: ingiustizia che i responsabili fanno finta di non vedere pur sapendo – tra l’altro – l’enorme risparmio che lo Stato accantona ogni anno grazie a questa peculiare presenza”.

“SI VUOLE ISTILLARE NEI BAMBINI PRECONCETTI CONTRO LA FAMIGLIA”

Presidio fondamentale, dunque, anche per contrastare “la recente iniziativa di tre volumetti dal titolo ‘Educare alla diversità a scuola’, che sono approdati nelle scuole italiane, destinati alle scuole primarie e alle scuole secondarie di primo e secondo grado”. Le tre guida, nota il presidente della Cei, “mirano a istillare nei bambini preconcetti contro la famiglia, la genitorialità, la fede religiosa, la differenza tra padre e madre…parole dolcissime che sembrano oggi non solo fuori corso, ma persino imbarazzanti, tanto che si tende a eliminarle anche dalle carte. E’ la lettura ideologica del genere, una vera dittatura, che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come pure astrazioni”. L’arcivescovo di Genova prosegue e dice “viene da chiederci con amarezza se si vuol fare della scuola dei campi di rieducazione, di indottrinamento. Ma i genitori hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? Si è chiesto a loro non solo il parere ma anche l’esplicita autorizzazione?”. E ancora, “i genitori non si facciano intimidire”.

BASSETTI E GALANTINO, I PIU’ ASCOLTATI DA FRANCESCO

Parole dure e inattese, specie dopo l’anno vissuto dall’episcopato italiano dopo l’elezione di Jorge Mario Bergoglio a Pontefice. Dodici mesi in cui il Papa ha invitato la Cei a riformarsi, magari anche provvedendo ad eleggere autonomamente i propri vertici. Punto su cui i vescovi italiani hanno già deliberato, in senso negativo. Semmai, si potrà fornire al Pontefice una rosa da cui scegliere il presidente e il segretario. Un anno in cui Francesco ha prima prorogato e poi trasferito a Latina (non certo sede di primaria importanza) il segretario Mariano Crociata, mettendo al suo posto mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Jonio. Ed è quest’ultimo l’interlocutore privilegiato del Papa, se è vero che negli ultimi due mesi sono stati ben tre gli incontri tra i due a Santa Marta. Se a ciò si somma la grande considerazione che il Pontefice dà all’attuale vicepresidente della Cei, Gualtiero Bassetti, tanto da averlo elevato al cardinalato, s’intuisce che la situazione è in rapido aggiornamento.

L’INCONTRO DI SABATO TRA IL PAPA E BAGNASCO

Eppure, la prolusione di Bagnasco di martedì è di importanza rilevante, soprattutto perché presentata sabato scorso direttamente al Papa in uno degli ormai rari incontri tra i due. Un testo che, si può immaginare, Francesco abbia condiviso. In attesa delle riforme e dell’importante Assemblea del prossimo maggio, con la prolusione in San Pietro che sarà con ogni probabilità tenuta direttamente dal Papa, vescovo di Roma e Primate d’Italia.



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