La visita a Roma del presidente statunitense Barack Obama – con moglie, figlie e madre – è importante. In realtà, le visite di Stato sono due, profondamente diverse fra loro. La prima riguarda lo Stato italiano. Obama incontrerà il Capo dello Stato e il Presidente del Consiglio. Verosimilmente, essa è più rilevante per l’Italia, soprattutto per le ricadute che avrà sulla litigiosa politica interna. La seconda è con Papa Francesco, al Vaticano.
(TUTTE LE FOTO DELL’ARRIVO DI OBAMA A ROMA)
I DOSSIER SUL TAVOLO
Gli argomenti sul tappeto fra gli USA e l’Italia sono diversi, ma tutto sommato di routine. Gli incontri non dovrebbero riservare particolari sorprese. Napolitano e Renzi chiederanno l’appoggio USA per la questione dei due Marò in India. Il “povero Obama” potrà fare ben poco. Anche gli USA hanno dovuto subire recentemente umiliazioni dall’India. Diplomatici americani sono stati trattenuti per ritorsione al fermo di una diplomatica indiana, che aveva violato la legge americana sull’immigrazione. Di certo, Obama garantirà il suo appoggio morale con l’usuale abilità oratoria, che consentirà ai politici italiani di proclamare “L’America è con noi”. Obama parlerà poi certamente di TTIP (Tansatlantic Trade and Investment Treaty), di NATO, del ruolo che l’Italia dovrebbe avere nel Mediterraneo, della non ulteriore delle spese militari, che hanno ormai ridotto al lume di candela il peso strategico dell’Italia.
POLITICA ESTERA E SPESE MILITARI
S’impegnerà a dare il massimo supporto possibile per l’EXPO di Milano e si congratulerà con l’Italia per l’efficacia della sua partecipazione alle missioni internazionali di pace e per la recente visita di Matteo Renzi a Tunisi, primo dei leader occidentali a visitato la Tunisia dopo l’approvazione di una costituzione che potrebbe costituire un modello per gli altri Stati della “primavera” (chiamiamola così!), dato che separa politica e religione e condanna il takfir, cioè l’accusa di apostasia, origine di assassini e di violenze politiche. Educatamente, non insisterà più di quel tanto sugli F-35. Non servirebbe a nulla e sarebbe di cattivo gusto farlo. L’Italia ha poco da chiedere agli USA. A parte la questione dei Marò, non può chiedere più di quanto Obama abbia già promesso agli Europei nei giorni scorsi.
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IL DIALOGO CON MOSCA
Certamente, si accennerà al South Stream, il grandioso gasdotto sul fondo del Mar Nero, joint venture fra l’ENI e Gazprom. Non ne parlerà più di quel tanto, anche perché “i giochi” sono ormai stati fatti negli incontri che l’A.D. dell’ENI Scaroni ha avuto ieri negli USA. Per l’Italia è impossibile fare a meno del gas russo. Gli USA sanno benissimo che in Europa deve allinearsi alle posizioni tedesche. Quasi certamente si parlerà della necessità di ripristinare un dialogo diplomatico con Mosca e di dare soluzione politica ai vari problemi, a partire da quello dell’Ucraina. Non si scenderà nei particolari. Questo fa parte del “gioco” degli incontri al vertice, in cui si sottacciono i problemi su cui non si può trovare un’intesa, ci si accorda sul discordare senza dirlo a voce troppo alta e, dulcis in fundo, si riafferma la grande amicizia e la comune volontà di giustizia e di pace.