Skip to main content

Così Ernst&Young vede l’economia italiana e mondiale

Non tradisce le sue origini italiane, che anzi esibisce con orgoglio in un simpatico e gentile: “Buonasera”. Carmine Di Sibio, global managing partner di Ernst&Young, in pratica il numero due mondiale del network di servizi, ha fatto nei giorni scorsi un breve tour in Italia.

Un legame forte quello con il nostro Paese, confermato dall’invito ricevuto da Di Sibio al galà Niaf 2014 a Washington, dove sarà uno degli ospiti d’onore.

Accompagnato dall’ad di E&Y Italia e managing partner della società per il sud Europa, Donato Iacovone, il manager italo-americano è stato anche a Roma, dove al fianco di una serie di impegni ha partecipato a un seminario presso il Centro Studi Americani.

Nonostante ci sia stato un rallentamento dei mercati emergenti – ha spiegato Di Sibio in una conversazione con Formiche.net continuiamo a ritenerli uno dei posti in cui continuare a investire, almeno per i prossimi 5-10 anni: non solo i Brics, ma anche il resto dell’Asia, il Messico, l’Africa“. Indiscusso polo numero 1 per quanto riguarda l’attrazione di capitali rimangono gli Stati Uniti, che per il manager “continuano a registrare miglioramenti sul versante economico” e che con molta probabilità “avranno nei prossimi mesi una crescita maggiore a quanto ipotizzato finora” da buona parte degli analisti.

Se si guarda al Vecchio continente, ha sottolineato Di Sibio, “i segnali sono incoraggianti“. “Siamo convinti che nonostante sia in una fase di scarsa crescita, l’Europa stia facendo bene e tenderà a migliorare la sua situazione nel lungo periodo“.

Un grosso impatto sull’economia e la geopolitica globale potrebbe derivare secondo il dirigente di E&Y dalla rivoluzione del gas e del petrolio di scisto americani. “Ci sono molte domande da porsi riguardo lo shale gas e lo shale oil e si intrecciano con quanto sta accadendo in Ucraina, ma non solo. Non c’è dubbio che gli Usa si stiano muovendo verso l’indipendenza energetica, un aspetto certamente positivo. Quello negativo è che a causa di ciò, gli Stati Uniti potrebbero perdere interesse nei confronti di altre parti del mondo, come il Medio Oriente, che potrebbero diventare posti meno sicuri. Ma è importante soprattutto il fatto che queste nuove risorse consentiranno all’Europa di avere diverse opzioni, un aspetto rilevante se si tiene conto dell’alta dipendenza del Vecchio Continente da altri Paesi come la Russia, ad esempio. Tutto questo cambierà molto gli scenari nei prossimi anni“.

In occasione della visita di Barack Obama in Italia, Di Sibio ha fatto anche il punto sulla sintonia odierna tra Washington e Roma. “C’è un forte legame economico e politico tra Usa e Italia e continuerà ad esserci. Dal nostro punto di vista l’Italia è un Paese con grandi potenzialità di crescita. Crediamo molto nelle eccellenze italiane e nella possibilità che possano coniugarsi alla voglia di innovare che entrambe le nazioni hanno. L’innovazione può essere il filo che collega i nostri Paesi, non solo un volano per le due economie, ma anche un modo per intensificare rapporti già solidi“. Poi una battuta su Matteo Renzi e il nuovo governo. “La nuova leadership – commenta Di Sibio – ha le idee giuste, che vanno in un senso di cambiamento positivo che può far bene al Paese“.

Se invece si analizzano nel dettaglio le prospettive dell’Italia, ha aggiunto l’ad di E&Y per l’Italia Donato Iacovone, “c’è grande attenzione in questo momento da parte di fondi sovrani del Medio Oriente, ma non solo, nel settore immobiliare, in quello dei servizi finanziari e bancari“. Un interesse che dipende “dalla centralità dell’Italia nel Mediterraneo e dal suo ruolo strategico. Se – conclude Iacovone – riusciremo a combinare la naturale attrattività del Paese alla capacità di fare le giuste riforme per diventare maggiormente competitivi ed efficienti, vivremo una nuova importante fase di sviluppo“.

CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter