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Ingrao, il Novecento

Paolo Franchi, celebrando i novantanove anni di Pietro Ingrao, sul “Corriere della Sera”, ne esaltava la vocazione al dubbio, ma non mi sembra che quella sia la dote più evidente dell’anziano comunista. Perché appiattire e svilire così il suo ritratto, perché omologarlo a quello di tanti altri che dubbiosi lo sono stati, magari, e che, proprio per ciò, sono stati lontani da lui, dall’esistenza rocciosa e stilizzata di un esemplare soldato politico del Novecento?

Secolo passionalmente e schifosamente ideologico, quello che abbiamo alle spalle e che, di tanto in tanto, vorrebbe imbrigliarci e riafferrarci, trascinarci giù, indietro: ma bisogna rispettare la sua verità, e non ammorbidirla, perché non siamo a “Che tempo che fa”. La Storia non viene annunciata da Filippa Lagerback e resta muta, di fronte alle domande di Fabio Fazio, o si alza e se ne va.

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