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Tanto peggio…

La domanda più urgente: ma chi siamo diventati? Chi siamo diventati, se è vero che esiste una buona percentuale di noi che tifa contro una nostra rinascita, contro una fuoriuscita dalla crisi economica ed emotiva nella quale siamo precipitati? Se è verosimile, insomma, l’inquietante quadretto antropologico che Renzi non smette di tratteggiare. Abbiamo a che fare con “un esercito di gufi, un esercito di rosiconi”, i quali “giocano perché le cose non funzionino”: ma che cos’è successo a questi signori? Nelle loro vite, intendo. Attraverso quali esperienze si deve passare, per essere ridotti così? Secondo me, si tratta di qualcosa di epocale, e che necessita di un supplemento d’indagine.

“Se i fatti hanno smentito la loro idea di comunismo, ebbene, tanto peggio per i fatti”: Alfonso Berardinelli coglieva perfettamente, anni fa, la perversione epistemica che domina quelle esistenze. Forse, ci siamo spinti ancora oltre. Posto che i fatti, grazie all’azione congiunta di tanti relativisti ad usum internum (coloro che hanno paura di fare i conti con le proprie verità, oltre che con quelle del mondo), è diventato difficile riconoscerli (ma non impossibile), quel “tanto peggio” che viene loro augurato, è diventato un programma politico, un segno d’appartenenza, un istinto intellettuale: indegno epilogo, per il marxismo.


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